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Lascia quasi tutta l’eredità al canile comunale, la scelta di una donna di Milano senza eredi. Il precedente finito in tribunale

25 Maggio 2024 - 11:27 Ugo Milano
Canile di Milano
Canile di Milano
La signora S.V. ha lasciato oltre 300 mila euro al canile di via Aquila, dove sono ospitati 150 cani di razze pericolose che difficilmente saranno adottati. Prima di lei un'altra donna milanese aveva fatto la stessa scelta, ma sul caso è in corso un processo

Una donna di Milano ha lasciato quasi tutta la sua eredità a un canile comunale. La signora S.V. è deceduta lo scorso 4 novembre e non aveva eredi. Nel suo testamento ha inserito poche righe con le sue ultime volontà: «Lascio al canile comunale di Milano un importo pari al 90 per centro delle somme (liquide e investimenti di qualsiasi natura) esistenti presso gli istituti di credito alla data del mio decesso». La generosa donazione di 328.352 euro è andata ai 150 cani ospitati nel canile comunale di via Aquila a Milano, come riporta il Corriere della Sera.

La donazione ai cani di razze pericolose

Quello della signora S.V. è stato «un gesto di una bellezza estrema», commenta l’assessora comunale all’Ambiente Elena Grandi. Con quel denaro la struttura potrà godere di «risorse in più che ci consentono di fornire più servizi e con una qualità più alta». Nel canile ci sono 150 cani destinati a restare all’interno della struttura: «La maggior parte appartiene a razze considerate pericolose – spiega Grandi – quindi sono animali che difficilmente verrano adottati. Molti di loro passeranno la vita nel canile».

Il precedente finito in tribunale

Alcuni anni fa c’era stato un caso analogo, che però è finito in tribunale. Un’anziana morta a fine 2019 aveva destinato 900 mila euro sempre al canile di via Aquila a Milano e a tre associazioni, la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, l’Opera San Francesco e la Lega del Filo d’oro. In quel testamento erano stati destinati anche 200 mila euro all’esecutore testamentario e un appartamento al figlio dello stesso. Ma dopo qualche mese era emerso un secondo testamento che indicava un’unica ereditiera, una donna che avrebbe assistito l’anziana nell’ultimo periodo di vita. Il caso è finito in tribunale, con il giudice che ha richiesto una perizia grafologica per determinare la veridicità di quel testamento.

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