Doc, Dop, Igp, bio: quante sono e a cosa servono le etichette Ue – Il video

Oltre a garantire la sicurezza di un prodotto, queste certificazioni servono a tutelare le eccellenze europee, di cui l’Italia è leader

Le norme europee sull’etichettatura sono tra le più severe al mondo, soprattutto per quanto riguarda i prodotti alimentari. Sulle confezioni di ciò che compriamo al supermercato può capitare di trovare etichette e bollini con la scritta Dop, Igp, Stg, bio e non solo. Molte di queste sigle corrispondono a certificazioni introdotte negli ultimi anni dall’Unione europea e servono a garantire la sicurezza di un prodotto oppure ad aiutare i consumatori a fare scelte più consapevoli.


Le etichette per alimenti

Le regole più stringenti sono quelle che riguardano i beni alimentari. L’ultimo riferimento normativo in materia è il regolamento approvato nel 2011, che stabilisce un elenco dettagliato di informazioni che i produttori sono obbligati a fornire al consumatore finale. Tra queste ci sono: denominazione di vendita, lista degli ingredienti, quantità in percentuale di certi ingredienti, quantità netta dell’alimento, data di scadenza (o termine minimo di conservazione), istruzioni per l’uso, Paese d’origine, eventuale contenuto alcolico. Dal 2011 sono state aggiornate anche le regole sulla «dichiarazione nutrizionale», ossia su quella parte dell’etichetta che fornisce informazioni sulla quantità di calorie, grassi, proteine, carboidrati, sodio e altri nutrienti presenti nel prodotto. Tutte queste informazioni, precisa la normativa Ue, devono essere indelebili e stampate in modo chiaro e leggibile.


I regimi di qualità

Oltre a garantire informazioni dettagliate al consumatore, le etichette possono servire anche a tutelare le eccellenze europee. È il caso dei cosiddetti «regimi di qualità», introdotti per la prima volta nel 1992 e rivisti anche di recente con una modifica del regolamento europeo approvata ad aprile 2024. I principali marchi di qualità riconosciuti dall’Unione europea sono tre:

  • DOP (Denominazione di origine protetta): serve a indicare tutti quei prodotti «che hanno i legami più forti con il luogo dal quale provengono»;
  • IGP (Indicazione geografica protetta): «sottolinea la relazione fra la regione geografica specifica e il nome del prodotto, quando una qualità specifica, una determinata reputazione o un’altra caratteristica particolare sono essenzialmente attribuibili all’origine geografica»;
  • STG (Specialità tradizionale garantita): «protegge il nome di una bevanda spiritosa o di un vino aromatizzato originari di un paese, una regione o una località in cui una qualità particolare, la reputazione o altre caratteristiche del prodotto sono essenzialmente attribuibili alla sua origine geografica».

L’Italia è il Paese europeo che conta di gran lunga il maggior numero di prodotti con almeno uno di questi tre marchi di qualità. Secondo le stime del ministero dell’Agricoltura, i prodotti italiani con almeno una di queste etichette sono 326, a cui si aggiungono altri 529 vini con bollini Docg, Doc e Igt.

I tre marchi di qualità Ue (DOP, IGP, STG)

Altre certificazioni

Le certificazioni europee ovviamente non riguardano solo i prodotti alimentari. Tra le altre sigle più diffuse c’è il marchio CE, che attesta il rispetto da parte del produttore di tutti i requisiti Ue in materia di sicurezza, salute e tutela dell’ambiente. C’è poi l’etichetta energetica Ue, che indica il livello di efficienza energetica di un’apparecchiatura in base a una scala che va dalla A (massima efficienza) alla G (minima efficienza). Un altro esempio di marchio Ue è l’etichetta di qualità ecologica, detta anche «Ecolabel». Si tratta di un bollino assegnato ai prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente. Per i prodotti alimentari esiste anche il marchio biologico Ue, che serve a indicare quei prodotti in cui almeno il 95% degli ingredienti viene da agricoltura biologica.

Questa è la sesta puntata della rubrica «L’Europa fa per te». La rubrica è parte di EUtopia, un progetto di Open in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione europea e del Parlamento europeo.

Foto di copertina: Dreamstime/Alessandro Canova

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