Piero Fassino e il furto del profumo, l’ipotesi del risarcimento per far ritirare la denuncia
Dalla parte dell’indagato c’è la tenuità del fatto: il furto di una boccetta di Chanel, dal valore di 130 euro, non incide sulle casse della società che gestisce il duty free di Fiumicino. È altrettanto vero, però, che a Piero Fassino potrebbe essere mossa l’aggravante della reiterazione, visti gli altri due precedenti denunciati dal negozio. Mentre la procura di Civitavecchia prosegue il lavoro sul fascicolo del deputato Pd, i suoi avvocati starebbero lavorando parallelamente a una trattativa tra le parti per chiudere la faccenda senza andare a giudizio: un risarcimento del danno in cambio del ritiro della querela.
La notizia del possibile accordo, riportata dal Corriere, non è stata smentita da Francesca Tolentino, rappresentante legale dell’impresa che gestisce il punto vendita nell’aeroporto di Fiumicino. «La società ha scelto fin dall’inizio di tutelare la riservatezza dei protagonisti della storia» è la risposta data al giornale di via Solferino che, dunque, non riporta la cifra del risarcimento verso cui si sta indirizzando la trattativa. Il deputato, dopo essere stato scoperto, voleva dimostrare la sua buona fede pagando il doppio del costo del profumo alla società. Tuttavia, scrive la giornalista Ilaria Sacchettoni, «difficilmente, ora che il caso è esploso in tutta la sua gravità, ci si potrà accordare su una cifra tanto simbolica quanto 260 euro».
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