La setta che truffa gli uomini ricchi: «Sei diventato padre, devi pagare il mantenimento»
Non è la classica truffa sentimentale, dove il malcapitato viene ricattato affinché la donna con cui si è intrecciato un rapporto – spesso online – non riveli la loro relazione alla partner ufficiale dell’uomo. La storia che racconta Repubblica, invece, parla di sette brasiliane, di orge e riti satanici, di una cittadina in cui organizzazioni criminali traggono profitti dagli assegni di mantenimento ottenuti con l’inganno. E pur di raggirare le vittime, uomini abbienti che provengono da tutto il mondo, diverse giovani sono costrette a vivere maternità forzate. Succede a Tubarão, 100 mila abitanti, nello Stato federale di Santa Catarina. Qui maghe e santoni offrono agli adepti di una setta ragazze che restano incinte, con l’obiettivo di individuare in rete professionisti da conoscere, frequentare e consumare un rapporto sessuale, con lo scopo di fargli credere di essere diventati padri.
La truffa
Tra le vittime della truffa c’è anche il noto avvocato italiano Nunzio Bevilacqua. Che ha assoldato una squadra di investigatori privati per ottenere giustizia. Ha conosciuto su una piattaforma online per imparare il portoghese Barbara Zandomenico Perito, una 30enne di Tubarão. Lei gli ha raccontato di essere una cittadina italobrasiliana – quindi disinteressata alla questione passaporto italiano – benestante e sinceramente innamorata dell’avvocato. I due si sono incontrati durante un viaggio di lavoro di lui. È nato un rapporto e, da un test di gravidanza, è emerso che la donna fosse incinta. Ciò che è apparso strano è la tempistica: il feto, dagli esami diagnostici, appariva molto più grande rispetto a quanto sarebbe dovuto essere, stando alla data del concepimento.
Il test del Dna
A un certo punto, Bevilacqua ha realizzato di essere stato truffato: la ragazza ha interrotto bruscamente il dialogo con lui. «La donna di cui mi ero innamorato faceva parte di una setta. Era un raggiro che coinvolgeva tutti: medici, legali ed esponenti della giustizia locale». Anche il test del dna era stato alterato per far risultare l’avvocato come padre della nascitura. La donna, quando lui stava comprendendo che la relazione era una messinscena, l’ha invitato a lasciarla perdere: «Quando la bambina crescerà, ci metteremo d’accordo» per i soldi. Grazie a un team di investigatori privati, Bevilacqua ha scoperto che l’adescatrice ha una sorella medico, una zia infermiera, una madre ex dirigente del ministero della Salute. Con l’aiuto dei tecnici del laboratorio e di alcuni procuratori, è riuscita a produrre un test del dna farlocco.
La setta
In sintesi, scrive Repubblica, «una setta adesca ragazze e le offre agli adepti in orge organizzate da maghi e santoni, si finanzia provando a raggirare illustri professionisti, facendo loro credere che i nascituri siano i loro figli e chiedendo loro denaro». Bevilacqua ha raccolto prove audio, video e chat di Whatsapp. «È una truffa che arreca un danno biologico, psicologico. Pensare di avere un figlio, di aver trovato una donna con cui condividere l’esistenza, per poi scoprire che era una recita, non è facile da affrontare. Mi hanno rovinato la vita». Adesso, il tribunale di Roma al quale si è rivolto l’avvocato vuole archiviare perché, secondo i pm, «trattasi di elementi di natura civilistica». Bevilacqua, invece, si è opposto: «Qui è stata commessa una truffa, una tentata estorsione. C’è un’organizzazione criminale. Dalla giustizia brasiliana non mi aspetto nulla, ma dal mio Paese pretendo di essere tutelato».
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