Nato e armi contro la Russia, la Polonia: «Truppe di Varsavia in Ucraina, Putin deve avere paura»
Nel dibattito sulle armi Nato contro al Russia innescato da Jens Stoltenberg i paesi procedono in ordine sparso. L’Italia, con il ministro della Difesa Guido Crosetto, si è già chiamata fuori. Mentre Emmanuel Macron in Francia sembra più possibilista. Ma oggi il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski in un’intervista a Repubblica e al Consorzio Lena fa un passo avanti. «Putin ha potenziato i missili nucleari e ha modernizzato il suo deposito di testate nucleari nell’exclave di Kaliningrad già negli anni scorsi. Può annientarci con le bombe atomiche miriadi di volte. Ma è l’ultima carta che può giocarsi. L’esercito russo non è attrezzato per combattere in un ambiente contaminato. La minaccia di usare le armi nucleari ha una serie di implicazioni complicate e non dovremmo tormentarci dinanzi a questa minaccia», premette.
L’esercito polacco
Poi alla domanda se Varsavia sia pronta ad inviare truppe in Ucraina, replica: «Non dovremmo escluderlo. Dovremmo lasciare Putin col fiato sospeso sulle nostre intenzioni». E aggiunge che ci sono influenze russe in Europa: «I russi operano ovunque. In Spagna, hanno trasferito soldi ai separatisti. Di recente un giudice polacco è scappato in Bielorussia e pensiamo che sia una defezione pilotata da Mosca. Putin ha inviato squadre di sicari in Germania e in Gran Bretagna. Dovremmo imparare a vaccinare il nostro sistema politico, le nostre istituzioni e la nostra opinione pubblica contro la manipolazione russa. Putin è in guerra con noi dal 2011. Dobbiamo capire che la sfida è questa. E affrontarla». Dal 2011 perché lo Zar «si è convinto, sbagliando, che le proteste dei russi a San Pietroburgo e a Mosca contro il suo ritorno al Cremlino fossero un colpo di Stato dell’Occidente».
La Bielorussia
Sulla Bielorussia Sikorski dice che «rafforzeremo il confine. Non solo contro l’immigrazione clandestina, ma anche contro le minacce militari. Vorrei che i nostri colleghi occidentali capissero che non stiamo parlando di migranti poveri che sognano una vita migliore. Quello che stiamo affrontando al confine orientale della Polonia è un assalto organizzato contro l’Europa. Il 90% delle persone che cercano di attraversare il confine bielorusso-polacco ha un visto russo. Sono persone reclutate e incoraggiate in Etiopia e altrove a venire a Mosca attraverso il Medio Oriente. Poi vengono spedite in Bielorussia e quindi spinte ad attraversare il confine».
La fine della guerra
Infine, il ministro polacco dice che «se Putin vuole porre fine alla guerra, può farlo ritirandosi dall’Ucraina. Può farlo con una sola telefonata. Che suonerebbe così: “Caro capo di stato maggiore, la pregherei di porre fine all’operazione militare speciale, a partire da domani”. La tragedia vera è che l’Ucraina non può farlo». E sulle interferenze russe nelle elezioni europee conclude che «Putin farà tutto ciò che ci metta in difficoltà, che convinca la nostra popolazione che la democrazia non funziona. Che siamo cattivi come loro. Diffondere sfiducia e caos è il modello di business di Putin. Come vedete, in Europa stanno accadendo molte cose. L’AfD è stato cacciato dagli Identitari. Quando ero membro del Parlamento europeo, Maximilian Krah sedeva non troppo lontano da me. E non sapevo che avesse un assistente cinese. O che avesse quelle idee sulle SS».
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