La bufala sul «sangue avvelenato dei donatori vaccinati»
Quella del «sangue avvelenato dei donatori vaccinati» contro la Covid-19 è una vecchia bufala che viene rilanciata da tempo, con argomentazioni già rivelatesi pseudoscientifiche. Per lo più si tratta di tesi orbitanti attorno all’idea che le proteine Spike dei vaccini siano per qualche ragione più pericolose di quelle ben più numerose e persistenti dell’infezione virale. Torniamo a spiegare perché anche stavolta non c’è nessun dato realmente a supporto di questa vecchia tesi No vax.
Per chi ha fretta:
- Circola su Threads l’ennesimo articolo che dimostrerebbe come i vaccinati avrebbero il sangue avvelenato dalle proteine Spike tossiche.
- L’autore è un medico tedesco che si firma con lo pseudonimo Jochen Ziegler il quale cita come fonte un preprint giapponese finanziato da una associazione No vax.
- Tutto questo non è sufficiente a scardinare quanto già sappiamo sulla sicurezza dei vaccini e sull’infondatezza delle tesi riportate.
- Ziegler attribuisce alla fonte anche la conferma dell’esistenza di una immunodeficienza da vaccino (Vaids).
- In realtà la Vaids non esiste, si tratta di una patologia inventata dai No vax di cui non esiste conferma nella letteratura medica.
Analisi
Chi condivide il post sul presunto «sangue avvelenato» dei vaccinati lo fa con la seguente didascalia, correlata dal link alla traduzione di un articolo (versione originale in tedesco qui) di un sedicente medico e biochimico di Amburgo che si firma con lo pseudonimo «Jochen Ziegler»:
Lo capite perché é una catastrofe che dovremo affrontare tutti nei prossimi cinquant’anni? Bisogna andare a votare chi è in grado di affrontare questo tipo di situazioni; la questione del sangue è cruciale … qui ci va di mezzo la salute di tutti… bisogna mettere in piedi un sistema di purificazione del sangue dell’intera popolazione… tutto quello che avevamo previsto si sta verificando purtroppo. Non è più il momento di votare il venditore di pentole di turno …bisogna dare spazio a chi ha la possibilità di incidere… la campagna elettorale la dovete fare voi… noi non bastiamo. Ecco perché con Danni Collaterali siamo andati al Ministero della Salute… per fare pressione sulle scelte da fare.
La tesi del «sangue avvelenato dalle Spike tossiche»
Le ragioni per cui la tesi del sangue avvelenato è priva di fondamento sono dovute al tatto che la proteina Spike indotta dai vaccini Covid è in quantità irrisorie rispetto a quelle che proliferano durante l’infezione da SARS-CoV-2. Ecco di seguito una breve* cernita delle nostre analisi precedenti, basate sugli studi e sulla consultazione di esperti:
- Le bufale No Vax del professor Sucharit Bhakdi, dalla proteina Spike tossica all’embolia polmonare
- «Abbiamo sbagliato, la proteina Spike è tossica», l’allarme infondato di Byram Bridle contro i vaccini
- La proteina Spike è tossica e causa problemi cardiaci o neurologici? Nessuna prova per la teoria NoVax
- Le teorie infondate di Robert Malone e la Spike dei vaccini anti Covid-19 trasmissibile sessualmente
- I presunti morti da vaccino per la proteina Spike? Perché lo studio tedesco non ha basi scientifiche
- Coronavirus. Gli studi “a caso” sulla presunta Spike difettosa dei vaccini a mRNA
- No! Science non conferma che i vaccini provocano «gravi effetti indesiderati»: più probabili con la Covid
*Attenzione, col termine «breve» non vogliamo fare ironia: qui trovate tutti i circa 50 articoli pubblicati per il progetto Open Fact-checking sul tema, contando anche quelli correlati; come la questione dell’mRNA che modificherebbe il nostro DNA; la fantomatica presenza di grafene; i presunti coaguli; eccetera.
Lo “studio”
Ma al solito ci sarà sempre chi come Ziegler continuerà a ripetere il contrario. Come da copione il “trucco” consiste nel prendere una qualsiasi pubblicazione apparentemente scientifica, la quale sembra confermare la tesi del sangue avvelenato dalle Spike tossiche.
«È sorto presto il sospetto che il sangue dei donatori “vaccinati” potesse avvelenare i riceventi. La questione viene ora affrontata in uno studio scientifico giapponese di J. Ueda e altri – spiega Ziegler -, gli autori descrivono i numerosi effetti tossici dei farmaci della terapia genica sui vaccinati […]. Essi giungono alla conclusione che “non c’è più alcun dubbio che la proteina SPIKE utilizzata come antigene nei vaccini genetici sia essa stessa tossica”».
Però andando alla fonte citata notiamo subito che si tratta di un preprint (ovvero un articolo che chiunque potrebbe scrivere), in attesa da quasi tre mesi che degli esperti ne verifichino la genuinità, per conto di una rivista scientifica interessata a pubblicarlo. È il processo noto come peer review.
Ziegler fa accenno anche a una patologia totalmente inventata, che fa parte del vocabolario No vax da prima che emergesse la pandemia di Covid-19. Parla infatti della «VAIDS, ovvero l’immunodeficienza innescata dalla vaccinazione». Avevamo già fatto notare (per esempio qui) le pericolose analogie tra la fantomatica «sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino» e l’AIDS. Infatti, con queste narrazioni si è sempre cercato di sostenere una contagiosità dei vaccinati, paragonabile a quella di chi è positivo all’HIV.
Chi ha finanziato il preprint
L’articolo – frutto di una rassegna di altri lavori di cui sarebbe interessante analizzare qualità e pertinenza -, è stato finanziato dall’associazione No vax Japanese Society for Vaccine-related
Complications (fonte: pag. 12 della versione integrale qui).
Ecco due libri consigliati nel sito Web dell’Associazione giapponese, tanto per farci un’idea della perizia con cui l’Organizzazione stabilisce quali fonti vadano considerate attendibili. Tra le firme del secondo a destra notiamo quella di Sucharit Bhakdi, noto per la diffusione di gravi fake news sui vaccini Covid. Il primo libro a sinistra è della genetista franco-britannica Alexandra Henrion-Caude, conosciuta per aver definito i vaccini a mRNA una «terapia genica», come accennavamo qui.
Conclusioni
Abbiamo visto anche stavolta che parlare di «sangue avvelenato» dalle proteine Spike nei vaccinati Covid serve solo ad alimentare la già grave e pericolosa reticenza ai vaccini, che invece sono il più importante argine contro le forme gravi di Covid-19. Senza contare le patologie correlate, spesso indicate col termine long Covid, o altre potenzialmente associate, come la MIP-C negli adulti o la MIS-C nei bambini.
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