Strage a Rafah, media Usa sulla versione di Israele: «L’incendio provocato da una scheggia». I ministri Ue valutano sanzioni

Nella notte c’è stato un altro raid di Israele nel quartiere Tal al-Sultan che ha provocato almeno sette vittime

Una scheggia avrebbe dato fuoco a un serbatoio di benzina a 100 metri di distanza da una tenda di sfollati. È questa la motivazione, riporta la tv americana Abc, che Israele ha fornito all’amministrazione di Joe Biden che sta indagando le cause di quanto accaduto domenica sera a Rafah, quando i bombardamenti di Israele hanno provocato un incendio in un accampamento con migliaia di civili palestinesi. Il bilancio attuale è di almeno 45 persone uccise e oltre 200 rimaste ferite. In questi giorni, sono circolati numerosi video a testimonianza di quanto accaduto, dove si vedono neonati, bambini e adulti bruciati vivi. Ieri 27 maggio, le forze armate israeliane hanno rivendicato l’azione militare e, quanto alla tragedia delle vittime civili, hanno parlato di «incidente in fase di revisione» che sarebbe avvenuto nel tentativo di colpire un complesso usato da Hamas. Mentre il premier Benjamin Netanyahu ha definito la strage come un «tragico incidente di cui rammaricarsi».


Nuovo raid a Rafah

L’area colpita domenica scorsa è il quartiere di Tal al-Sultan a nord-ovest di Rafah ed era stata designata da Israele come «zona umanitaria», pertanto lontana dai radar dell’Idf e “sicura” per i palestinesi in fuga. La tragedia di Rafah ha destato profonda preoccupazione a livello internazionale. Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha condannato l’attacco denunciando: «Non esiste un posto sicuro a Gaza. Questo orrore deve finire». Nel frattempo, un nuovo raid israeliano ha colpito ancora Tal al-Sultan a Rafah, uccidendo sette persone e ferendone altre sei, secondo un primo bilancio parziale. Inoltre, rapporti palestinesi locali riferiscono che tank israeliani sono arrivati al centro della città di Rafah.


Il vertice dei ministri esteri Ue

Come riporta Polico.eu, i ministri degli Esteri dell’Unione europea sono impegnati in una «significativa discussione» su possibili sanzioni da applicare contro Israele per mancato rispetto del diritto internazionale umanitario. «C’è stato un consenso molto chiaro sulla necessità di sostenere le istituzioni giuridiche umanitarie internazionali», ha affermato il ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin. Mobilitazione che arriva a pochi giorni dall’ordine della Corte internazionale di giustizia (ICJ) a Israele di fermare immediatamente la sua offensiva a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e aprire il valico di frontiera di Rafah per l’ingresso degli aiuti umanitari. Nelle ultime tre settimane, riporta l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Unrwa, sono circa un milione le persone fuggite da Rafah. «Non hanno un posto sicuro dove andare in mezzo ai bombardamenti, stanno viaggiando senza cibo e acqua, cumuli di rifiuti e condizioni di vita inadeguate».

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