Papa Francesco e la troppa froc***gine nei seminari: «Con questo pregiudizio avremmo perso grandi preti in passato. Ora chieda scusa»
È successo tutto il 20 maggio scorso. Papa Francesco stava incontrando la Conferenza Episcopale Italiana per l’assemblea di primavera nell’aula vecchia del sinodo in Vaticano. La domanda che arriva dalla platea al Pontefice riguarda i seminaristi. Cosa fare quando alle porte del seminario bussa un candidato dichiaratamente omosessuale? La replica di Jorge Mario Bergoglio parte dalla necessità di accogliere tutti ma poi arriva al punto: «Nei seminari c’è già troppa frociaggine». L’uscita, raccontano le cronache, viene accolta dai vescovi con risate incredule più che di imbarazzo. Detta in italiano, che non è la sua lingua madre. Ma con un precedente preciso che risale al 2018. Sempre in un incontro a porte chiuse con i vescovi: «Se avete anche il minimo dubbio è meglio non farli entrare».
Il Pontefice e i gay in seminario
La posizione del Papa sul punto è nota. A novembre 2023 la Cei ha approvato una nuova Ratio Formationis Sacerdotalis, che parla della formazione e dell’educazione affettiva dei preti. E nell’occasione si è parlato anche della possibilità di ammettere seminaristi gay. La linea è stata data da Benedetto XVI nel 2005. E poi confermata da Francesco nel 2016. È stabilito che la Chiesa, «pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cultura gay». Più chiaro di così è difficile. Anche se difficilmente si riuscirà a valutare di volta in volta quanto siano “profondamente radicate” le tendenze omosessuali prima di prendere una decisione.
L’emendamento
Successivamente, ricorda oggi Repubblica, la Cei ha approvato un emendamento che si limitava a distinguere tra atti e tendenze. Ribadendo l’obbligo di celibato per tutti i seminaristi, omosessuali ed eterosessuali. Aprendo così di fatto le porte dei seminari agli omosessuali che si impegnano al celibato. Il senso del ragionamento del Papa, spiega il quotidiano, è quindi che sarebbe necessario mettere dei paletti per prevenire il rischio che scelga il sacerdozio una persona che poi sarebbe costretta a fare una doppia vita. Soffrendo di questa dissimulazione. Ma anche qui, non si capisce perché questo debba valere per gli omosessuali ma non per gli eterosessuali. Però c’è anche altro. Ovvero che Bergoglio è preoccupato dall’atmosfera che si respira in diversi seminari italiani. Dove all’omosessualità si accompagna una concezione iperclericale della Chiesa.
La rigidità dei seminari
E alla rigidità dei seminari, sostiene il Papa, si accompagna il loro utilizzo come un rifugio dai pericoli terreni. «Vado lì perché cerco un posto che mi difenda», è il ragionamento. Il Corriere della Sera invece dice che Oltretevere molti notano la sua tendenza a usare espressioni un po’ forti anche in privato. E si avverte anche qualche malumore. Perché il tema dell’ammissione degli omosessuali nei seminari si dovrebbe approfondire nei gruppi di lavoro dedicati al Sinodo. Una questione aperta come quella delle donne diacono. In entrambi i casi Francesco ha detto no. E lo ha detto prima che la discussione cominciasse. In più, è evidente nel Papa questa tendenza a dire le cose più interessanti – o imbarazzanti – quando comincia a parlare a braccio.
Il teologo
Il teologo Vito Mancuso in un’intervista a La Stampa oggi dice che il Papa deve dare una grande lezione al mondo «chiedendo scusa». «Si tratta di un errore e in senso ecclesiastico di un peccato di cui scusarsi», dice Mancuso. In questo caso chiedere scusa «sarebbe un grande insegnamento spirituale che inviterebbe tutti a non seguire il suo cattivo esempio». Il carattere di Bergoglio «ha una parte aggressiva, che gli consente di essere incisivo, ma ha anche un lato oscuro». Mentre il suo papato «è caratterizzato da grandi promesse e scarsi risultati. Una settimana fa ha bollato come irrealizzabile il diaconato femminile. Se non fa neppure quello non vedo molto rinnovamento. Ricorda Pio IX che partì suscitando grandi speranze e finì con l’intransigenza più dura».
Preti e papi omosessuali
Sui preti omosessuali che darebbero meno garanzie di quelli eterosessuali, Mancuso risponde così: «Certo, se ci fosse stato un pregiudizio simile in passato avremmo perso grandi preti e pure qualche papa». La posizione della Chiesa a riguardo, ricorda il teologo, è che tutti vengono accolti ma siccome la sessualità è finalizzata alla procreazione gli omosessuali dovrebbero astenersene. Ma l’esclusione dai seminari sarebbe «una novità», aggiunge Mancuso. Visto che attualmente i candidati sono pochi e si tende a prendere tutti.
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