Piero Fassino, ancora guai sul furto del profumo. La società del duty free smentisce: «Nessuna trattativa per il ritiro della querela»

Prosegue l’indagine sul deputato Pd da parte della procura di Civitavecchia. Per ora nessun passo indietro dall’azienda titolare del negozio all’aeroporto di Fiumicino

«Non diremo più nulla». Aelia Lagardere, la società che gestisce il duty free dove Piero Fassino ha preso, senza pagare, un profumo Chanel, «non intende rilasciare alcuna dichiarazione aggiuntiva in merito alla vicenda». Tuttavia, la mattina del 28 maggio, ha voluto smentire all’Ansa la notizia pubblicata ieri dal Corriere, secondo cui era in corso una trattativa tra il deputato e la società per chiudere la faccenda con un risarcimento, senza arrivare al processo. «Allo stato non esiste alcuna trattativa», ha dichiarato un suo rappresentante.


Il video e i testimoni

Si allontana, quindi, l’ipotesi di un ritiro della querela da parte di Aelia. Secondo Repubblica, anche il team legale che segue Fassino sostiene di non essere al corrente di una negoziazione tra le parti. Intanto, la procura di Civitavecchia, titolare delle indagini, avrebbe prove ormai chiare: un video girato dalle telecamere di sicurezza dello scalo di Fiumicino e sei testimonianze sui fatti accaduti lo scorso 15 aprile.


La linea della «svista»

La difesa di Fassino, al momento, derubrica la faccenda a una svista del deputato ed ex ministro. «Non avendo ancora tre mani – in una, dice Fassino, reggeva il cellulare e nell’altra il trolley – ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse». Tra gli elementi a suo favore nel prosieguo della vicenda giudiziaria, ci potrebbe essere la tenuità del fatto: la boccetta di Chanel sottratta ha un valore di 130 euro.

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