«Il Ponte sullo Stretto non si può fare, c’è una legge che lo vieta»

Lo studio di un ingegnere: ci sono vincoli dal 2015

Il Ponte sullo Stretto di Messina non si può fare. A norma di legge. Perché sul suo versante calabrese la struttura ricade per intero su una fascia di non edificabilità. Che è stata stabilita dall’Ispra nel 2015 durante lo studio sulle faglie attive in Italia. L’edizione palermitana di Repubblica racconta oggi di uno studio dell’ingegnere Paolo Nuvolone presentato ieri in consiglio comunale a villa San Giovanni. E che sarà depositato alla commissione ministeriale Via. I punti di ancoraggio, il pilone, il pontile e gli svincoli, dice Nuvolone, ricadono proprio nelle zone di non edificabilità. La norma dice che in quella zona su infrastrutture e opere connesse deve essere favorita la delocalizzazione. E nel caso ci siano già, «devono essere sottoposte a verifica».


Lo studio

L’imperativo arriva dopo il terremoto de L’Aquila che ha avuto origine da una faglia che si è improvvisamente risvegliata. Per questo si è deciso di imporre una fascia di attenzione di duecento metri per lato, ampliata rispetto al passato. All’interno c’è anche una “zona di suscettibilità” ampia 160 metri. E una di rispetto di altri trenta metri dove non si può edificare nemmeno un muretto. Come mai nessuno se ne è accorto? L’ipotesi è che gli elaborati relativi al rischio sismico fossero quelli del 2011. Quando l’aggiornamento non era stato ancora effettuato.


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