In Puglia obbligatorio il certificato sul vaccino anti Hpv per iscriversi a scuola e università: il Garante della Privacy chiede chiarimenti
Interviene il Garante per la protezione dei dati personali sul progetto di legge approvato dal Consiglio regionale della Puglia che impone l’obbligo di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione al Papilloma virus (HPV) per gli studenti delle scuole medie, superiori e università per potersi iscrivere ai corsi di istruzione. L’Autorità ha inviato una richiesta di informazioni alla Regione Puglia, ricordando che, salvo casi specifici, l’Ue impone un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute. Inoltre, la normativa vigente permette al personale scolastico di richiedere la certificazione delle vaccinazioni solo ed esclusivamente per quelle obbligatorie. Attualmente, la dose contro il Papilloma virus non è obbligatoria, ma è prevista nei Lea – Livelli essenziali di assistenza -, pertanto è raccomandata e gratuita per ragazzi e ragazze dagli undici anni di età. A rendere delicato il provvedimento della Puglia è anche il fatto che vede coinvolti minorenni. La Regione ora ha 30 giorni di tempo per inviare ogni informazione utile alla valutazione della nuova norma.
Cosa prevede la legge
La nuova norma che punta ad aumentare la copertura vaccinale del Papilloma Virus è stata approvata all’unanimità nei giorni scorsi dal Consiglio regionale della Puglia. Il provvedimento stabilisce che gli studenti tra gli 11 e i 25 anni devono necessariamente presentare alla scuola o all’università una documentazione che attesti l’avvenuta o la mancata vaccinazione anti-Hpv o un certificato rilasciato dall’Asl che certifichi l’avvio del programma vaccinale o, al contrario, il rifiuto dello stesso. Fabiano Amati di Azione e Pier Luigi Lopalco del Pd, primi firmatari del testo, hanno spiegato che «si tratta di una strategia per ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di chi sceglie consapevolmente il rifiuto». Pertanto, hanno chiarito: «Non è previsto un obbligo vaccinale, ma il dissenso informato, ossia l’attestazione di una scelta finalizzata solo ed esclusivamente al diritto dei ragazzi di essere informati».