Caso influencer Siu, la gip non crede all’ipotesi del tentato omicidio. Arriva il braccialetto elettronico e il marito esce dal carcere
La versione del tentato omicidio dell’influencer Soukaina El Basri, conosciuta come Siu, non è stata ritenuta attendibile dalla gip di Biella che sta seguendo il caso. Lo scrive in risposta alla richiesta di convalida del fermo avanzata dal pm per Jonathan Maldonato, compagno della 30enne. Lei è ancora in prognosi riservata, dopo i giorni passati in coma a causa del buco sul petto con il quale è arrivata in ospedale. Suo marito, invece, è potuto uscire dal carcere: dopo tre giorni di attesa, è arrivato il braccialetto elettronico. Resta nebulosa la dinamica dei fatti avvenuti il 16 maggio, giorno in cui Maldonato ha chiamato il 118 raccontando che sua moglie «è scivolata e si è ferita al torace sbattendo su un mobile». La gip, nelle 38 pagine dell’ordinanza in cui ha deciso di scarcerare Maldonato, descrive l’uomo come una persona fragile, incline a «cagionarsi delle ferite per dimostrare alla moglie quanto soffriva». Un quadro opposto rispetto alle deposizioni dello stesso Maldonato e dei famigliari, in cui il comportamento suicida è attribuito a Siu, raccontata come psicologicamente fragile. Perché la gip ha deciso di convalidare il fermo, ma concedendo le misure cautelari del divieto di avvicinamento – a meno di un chilometro – e dell’obbligo di firma soltanto per il reato di maltrattamenti?
La versione della moglie
Scrive la giudice: «La tesi del tentato omicidio si basa prevalentemente (se non esclusivamente) sulla scarsa credibilità della versione resa dall’indagato, in relazione alla quale anche questo gip nutre parecchie riserve. Tuttavia, deve altresì essere evidenziato che obiettivamente emergono elementi a conforto di tale ricostruzione». Li riporta il Corriere. Primo elemento: «Secondo la giudice, Siu, cosciente per ore dopo l’accaduto, ha sempre confermato la tesi della caduta accidentale anche quando è rimasta sola con i medici e “questo comportamento mal si concilia con la dinamica del tentato omicidio, appare logicamente più coerente invece con il timore del ricovero in psichiatria”». Secondo elemento: «Siu aveva già compiuto in passato “gesti anticonservativi”. Terzo elemento: «Tutti i familiari dell’indagato riferiscono che lui, a loro, ha raccontato la versione del tentato suicidio di lei e del fatto che lei gli ha chiesto di mentire con la versione della caduta accidentale». Quarto e ultimo elemento: «Jonathan non aveva mai aggredito fisicamente Siu, come lei stessa aveva dichiarato nella querela». Infatti, il 5 maggio dello scorso anno, Siu aveva querelato il marito per il presunto comportamento aggressivo di lui, il controllo ossessivo e gli insulti, ma mai la donna ha denunciato violenze fisiche.
Al contrario, Maldonato ha confidato alla gip che «la moglie aveva tenuto da sempre un comportamento aggressivo nei suoi confronti, ricorrendo alla violenza fisica ogni volta che non reggeva alla tensione di una discussione. Durante i litigi più accesi – riassume la giudice nel riportare la versione di lui – la moglie lo aggrediva con insulti e schiaffi». La giudice, dunque, ha deciso di convalidare il fermo, ma sostenendo che «non sussistano gravi indizi di colpevolezza in relazione al delitto di tentato omicidio, che le argomentazioni del pm hanno carattere prevalentemente logico, ma le premesse che sono a fondamento del ragionamento appaiono controverse».
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