Amianto nella sede della Rai a Napoli, la denuncia della figlia di un ex dipendente: «Mio padre morto per un mesotelioma pleurico»

L’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) ha reso note le dichiarazioni di Lucia, figlia di Pasquale Russo, ex operaio dell’emittente pubblica per 30 anni, deceduto il 30 agosto 2020 all’età di 76 anni

L’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) ha diffuso le dichiarazioni di Lucia, figlia di Pasquale Russo, ex dipendente della sede Rai di Napoli per 30 anni, deceduto il 30 agosto 2020 all’età di 76 anni per un mesotelioma pleurico. Dopo il decesso del giornalista Franco di Mare e di Mariusz Marian Sodkiewicz, la famiglia ha deciso di rivelare la storia di suo papà e denunciare «un rischio che ritiene debba essere affrontare e risolto», si legge nella nota. «Quando chiedemmo a mio padre come fosse possibile che avesse dell’amianto nei polmoni, ci stupì dicendo che in Rai, oltre ad essere stato presente in parte della struttura, poi bonificata, per alcuni anni veniva utilizzato spesso dai costruttori, finché non fu smaltito completamente. Ci raccontò, ad esempio, che si usavano i fogli di amianto nella costruzione di camini da scena, oppure per tagliare le vie di fuga».


La denuncia alla Procura di Napoli

Pasquale Russo aveva lavorato per programmi quali Avanspettacolo, Domenica In, Sotto le stelle, Furore, Blu Notte, Un posto al Sole e tanti altri e prestava servizio come «capo operaio costruttori, in falegnameria e in parte negli studi televisivi per montaggio e smontaggio e relative alla realizzazione di costruzioni scenografiche per produzioni in studio ed esterno», si legge nella denuncia presentata il 23 dicembre 2023 dalla vedova Assunta Atardo. L’amianto «fu utilizzato – continua –  anche dopo l’entrata in vigore della L. 257/92». Il Procuratore della Repubblica di Napoli ha chiesto, nel suddetto atto, di «identificare i responsabili dell’esposizione ad amianto del congiunto, iscriverli nel registro degli indagati e di avviare un procedimento penale», ma anche di attivare «una verifica su base epidemiologica dell’impatto dell’uso dell’amianto nella Rai (in tutte le sue sedi) tra i dipendenti e collaboratori».


«Non aveva ricevuto alcuna informazione sulla pericolosità dell’amianto»

«Papà – spiega Lucia Russo – nel corso delle sue mansioni non aveva ricevuto alcuna informazione preventiva sulla pericolosità dell’amianto, né su eventuali problemi di salute correlati». I primi sintomi di spossatezza, i fastidi allo stomaco e qualche colpo di tosse comparvero a maggio del 2020. Tre mesi dopo gli fu diagnosticato un mesotelioma e poco dopo, consapevole del fatto che non gli restasse molto tempo da vivere, «chiamò a sé i tre figli e la moglie e ci ringraziò per tutto ciò che avevamo fatto e chiese di essere accompagnato con la terapia del dolore. Morì il 31 agosto 2020», conclude la figlia. Risale, invece, al 2022 la conferma dell’Inail sull’origine professionale della malattia dell’ex dipendente Rai. «È quanto mai opportuno e doveroso che, oltre a risarcire le vittime senza ulteriori ritardi, la Rai valuti di sottoporre a sorveglianza sanitaria tutti i dipendenti che possono essere stati esposti all’amianto e porti a termine le bonifiche», dichiara il legale Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari della vittima.

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