Campi Flegrei, il ministro Musumeci: «Criminale permettere le costruzioni sul vulcano. Vorrei abbattere tutte le case abusive»
Una «politica criminale» che ha permesso, per lassismo, mancati controlli e non solo, per decenni la costruzione di centinaia di edifici e abitazioni. Fino al punto che ora «nei Campi Flegrei 80mila persone vivono, sedute su uno dei vulcani peggiori al mondo». In audizione alla Commissione Ambiente alla Camera il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci non ha scelto la cautela evidenziando tutte le criticità di una zona soggetta a bradisismo con migliaia di persone che da mesi vivono con il fiato sospeso per le continue scosse di bassa magnitudo che agitano la quotidianità della popolazione. L’area era, è e sarà caratterizzata da fasi di lento abbassamento, alternate a fasi di sollevamento, ma allora perché per anni si è continuato a costruire? Il ministro punta il dito «contro le scelte che sono state operate e quelle omissive, contro chi doveva vigilare e non lo ha fatto». E ripete: «È già stato un crimine, e lo sottolineo, avere consentito l’insediamento di oltre ottantamila persone negli ultimi 70 anni in quell’area». Non hanno colpe gli abitanti, spiega il ministro, «non si può giocare con la pelle di migliaia di persone che abitano in quella zona e non hanno avuto mai alcuna responsabilità, bisognava disciplinare la convivenza». Ora bisogna intervenire anche sulle opere già realizzate, per ragioni di sicurezza: «Io sarei per abbattere le costruzioni che potrebbero essere di pregiudizio per chi le abita e, naturalmente, tutte le case abusive che purtroppo sembrano essere presenti nelle prossimità della caldera». Nei prossimi mesi il governo potrebbe valutare un censimento, intanto si sta procedendo a una ricognizione su 4mila edifici, un quarto dei quali ad elevato rischio sismico. Musumeci ha poi annunciato che oltre ai 40 milioni di euro già previsti nel decreto Campi Flegrei del 2023, verranno stanziati altri 130 milioni in un decreto bis per intervenire sulle scuole, sugli edifici che ospitano i minori (come il carcere minorile e in generale gli istituti di detenzione) e poi anche sulle abitazioni private, in base alle fasce di vulnerabilità. I lavori di consolidamento e rafforzamento dureranno dai 3 ai 6 anni.
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