Stalking condominiale, come difendersi: «Foto e video degli abusi per vincere in tribunale»

Le liti aumentano e spesso i giudici non sono compatti nelle decisioni. Ecco come risolvere

Il reato di stalking è stato introdotto nel nostro ordinamento nel 2009. Nei condomini italiani, racconta oggi Il Messaggero, si moltiplicano i casi in cui le liti tra vicini degenerano e finiscono in tribunale. Anche a causa dei comportamenti vessatori delle parti in causa. Uno dei casi è quello che ha coinvolto il magistrato David Di Meo. I tre inquilini del piano di sopra al suo battevano la scopa sul soffitto quando sentivano la figlia di due anni camminare. E poi suonavano a ogni ora del giorno e della notte citofono e campanello. Spesso insultando anche i bambini. Lo scorso 17 aprile il tribunale di Roma li ha condannati a otto mesi di reclusione. Ma Di Meo aveva bisogno di una soluzione più rapida rispetto a quella della giustizia: ha venduto tutto e ha cambiato casa.


Atti vessatori

Altre storie vengono da Talenti. Dove una 76enne inseguiva fino al parco il vicino 53enne ricoprendolo di insulti. Mentre in via della Camilluccia un vicino rendeva la vita impossibile a una ragazza a causa dei rumori. Tanto da costringerla a cambiare stanza da letto. Lui è stato rinviato a giudizio. Due donne invece venivano spesso perseguitate da un vicino a causa di un posto auto condominiale. Anche lui è finito a processo per stalking. L’avvocato Salvatore Sciullo del foro di Roma spiega al quotidiano che ai suoi assistiti consiglia di raccogliere la cronistoria dei fatti con foto e video per vedere se si rientra nello scenario del 612 bis. «Consigliamo anche spesso di cambiare vita per evitare di incontrare il vicino», aggiunge. «Spesso la situazione rientra con una semplice diffida. Ma a volte può degenerare». E allora c’è bisogno del tribunale.


La giurisprudenza

Ma c’è un problema: spesso la giurisprudenza non è compatta nel decidere. «Ho costatato che spesso, di fronte a parametri di condotte simili, vi sono valutazioni diverse da parte dei pm: c’è chi contesta il reato di molestie e manda il fascicolo al giudice di pace e chi quello di stalking. Stesso discorso per i magistrati chiamati a giudicare. Anche il divieto di avvicinamento, nell’ambito di un condominio, diventa una misura cautelare inefficace ed è difficile verificare che venga rispettata».

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