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Torino, sparò ai ladri che rubavano nel suo negozio: condannato a 5 anni per omicidio il tabaccaio di Pavone Canavese

30 Maggio 2024 - 15:12 Redazione
Marcellino Franco Iachi Bonvin, 71 anni, nel 2019 uccise uno dei malviventi: il giudice gli ha riconosciuto le attenuanti

Marcellino Franco Iachi Bonvin, 71enne proprietario di un tabacchi del Torinese, è stato condannato a 5 anni di carcere per l’omicidio di Ion Stavila, uno dei malviventi che il 7 giugno 2019 si introdusse nel suo negozio insieme ad altri malviventi per una rapina. La procura aveva chiesto una condanna a 12 anni ma il giudice gli ha riconosciuto le attenuanti generiche nel processo di omicidio volontario con rito abbreviato. Stavila, 24enne di origine moldava, e altri due complici erano entrati di notte nella tabaccheria di Iachi Bonvin per svaligiarla. Il proprietario, che abita nello stesso stabile, li aveva sorpresi e aveva sparato. Secondo l’allora procuratore capo Giuseppe Ferrando, l’uomo aveva esploso i colpi dal balcone, senza che vi fosse un reale stato di pericolo. In un primo momento era stato accusato di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. «Sono abbastanza deluso dalla sentenza perché mi aspettavo l’assoluzione. Non ho fatto altro che difendermi, ma da persona normale, padre e nonno, ho trascorso questi anni soffrendo per quello che è successo», ha commentato la sentenza il 71enne. L’uomo ha sempre dichiarato di essere uscito in un primo momento sul balcone e di aver sparato in aria un colpo di avvertimento, poi di essere sceso al piano terra, essere uscito in cortile e di essersi spaventato vedendo delle ombre. A quel punto avrebbe sparato ancora una volta, spaventato, mentre risaliva a casa «ma pensavo di non aver colpito nessuno». «Attendiamo le motivazioni per presentare l’appello», dicono gli avvocati Mauro Ronco e Sara Rore Lazzaro, «nell’istruttoria ci sono due ipotesi alternative che raccontano quello che è successo e bisogna vedere quale delle due il giudice ha ritenuto valida. In ogni caso, in entrambe le versioni, ci sta la legittima difesa». I legali sono comunque soddisfatti della decisione del giudice: «Sono state riconosciute le attenuanti generiche, il risarcimento del danno e, soprattutto, la provocazione».

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