Sergio Turini: il carabiniere accusato di corruzione e l’ombra della massoneria

L’inchiesta per corruzione e peculato a Prato

Corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e peculato. Sono soltanto alcune delle accuse della Dda di Firenze a Sergio Turini, colonnello e comandante della compagnia di Prato. Arrestato insieme all’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, socio di maggioranza del gruppo Colle, e a Roberto Moretti, titolare di un’agenzia di investigazioni a Torino. Nell’inchiesta compare anche il nome di Giorgio Silli, sottosegretario agli esteri del governo Meloni, non indagato. L’inchiesta dei pm Luca Tescaroli e Lorenzo Boscagli insieme al magistrato di Prato Massimo Petrocchi nasce da un’indagine sulla criminalità organizzata cinese. Il comandante ha compiuto 99 accessi abusivi alla banca dati delle forze di Polizia. Moretti avrebbe ottenuto clienti grazie al carabiniere, considerato socio occulto della sua agenzia. E in cambio avrebbe dato bottiglie di vino pregiato e altri favori. Matteini Bresci avrebbe pagato un viaggio negli Usa al figlio del militare e dato rassicurazioni circa l’interessamento di Silli per evitare il trasferimento del militare. E ci sono persino i circuiti «para massonici». Repubblica spiega che in una conversazione in cui si parla tra le altre cose di «mantelline». Scrive Turini: «Te lo sei levato il cappuccio? Perché se no parti male, io non sento». Replica l’imprenditore: «Ieri sera è stata una cappucciata, s’è fatto un aperitivo per salutarsi, cappuccio non l’avevamo (…) solo tra noi non si incappuccia».


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