Toti non si dimette, l’ordine al suo assessore dai domiciliari: «Respingere con fermezza la mozione di sfiducia»
Non c’è per ora nessuna intenzione di dimettersi da parte di Giovanni Toti, ai domiciliari dallo scorso 7 maggio con l’accusa di corruzione e falso nell’ambito delle indagini della procura di Genova e di Imperia. Il governatore della Liguria ha incontrato questa mattina, 1 giugno, l’assessore regionale Giacomo Giampedrone. Un incontro autorizzato dalla procura di Genova in cui Toti ha dato una indicazione chiara alla sua maggioranza per il prossimo Consiglio regionale: «Respingere senza indugi e con assoluta fermezza la mozione di martedì prossimo». In una nota diffusa dall’avvocato del governatore ligure, Stefano Savi, presente all’incontro, Toti fa capire che c’è «l’intenzione di andare avanti con forza e in modo compatto insieme alla maggioranza di centrodestra, alla luce degli importanti risultati ottenuti in questi nove anni di mandato».
Dall’incontro è emerso anche «il totale convincimento che la giunta e l’amministrazione regionale debbano continuare a lavorare per la realizzazione dei progetti di mandato, che gli sono stati affidati dagli elettori a stragrande maggioranza, con lo stesso spirito di sempre, ma soprattutto con la leale collaborazione fra i fondamentali e non sostituibili input politici per la gestione degli affari quotidiani e l’apparato tecnico istituzionale dell’ente, essendo la giunta pienamente operativa con il vice presidente facente funzioni Alessandro Piana e tutti gli assessori».
Nessun passo indietro quindi da parte di Toti, soprattutto, spiega l’avvocato Savi, «a fronte delle emergenze processuali e delle indagini in corso, ad oggi non è stata ancora depositata l’istanza di revoca della misura, in attesa che il quadro istruttorio si definisca. Una scelta assunta nella convinzione che il lavoro della Procura terrà nel giusto conto anche le esigenze istituzionali della Regione Liguria».
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