Perché la risoluzione del 2019 del Parlamento europeo non obbliga l’introduzione dell’apologia del comunismo

Le risoluzioni del Parlamento europeo non sono atti vincolanti

Circola un’immagine dove si riporta la risoluzione del 2019 del Parlamento europeo dove il comunismo verrebbe equiparato al nazismo e il fascismo. Secondo quanto riportato sui social, tale risoluzione obbligherebbe l’Italia ad aggiungere un nuovo reato, quello dell’apologia del comunismo. Di fatto, la risoluzione non obbliga gli Stati membri dell’Unione a fare ciò.

Per chi ha fretta

  • La risoluzione esiste ed è stata approvata nel 2019.
  • All’interno della risoluzione ci sono solo inviti agli Stati membri, non degli obblighi.
  • Le risoluzioni del Parlamento europeo non sono atti vincolanti, ma solo raccomandazioni.

Analisi

Ecco un esempio di condivisione nel maggio 2024 e il testo contenuto nell’immagine:

21 settembre 2019

II Parlamento Europeo ha deliberato con 535 voti a favore e 66 contrari che:

Il partito comunista deve essere equiparato al partito nazifascista avendo ambedue commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni.

Di consegenza l’Italia deve aggiungere al reato di apologia del fascismo anche l’apologia del comunismo

La risoluzione del 2019

L’atto esiste ed è pubblicato nel sito istituzionale con il seguente titolo: «Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa».

Ecco alcuni punti:

3. ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità, e rammenta l’orrendo crimine dell’Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari;

4. esprime il suo profondo rispetto per ciascuna delle vittime di questi regimi totalitari e invita tutte le istituzioni e gli attori dell’UE a fare tutto il possibile per garantire che gli orribili crimini totalitari contro l’umanità e le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani siano ricordati e portati dinanzi ai tribunali, nonché per assicurare che tali crimini non si ripetano mai più; sottolinea l’importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, in quanto non può esserci riconciliazione senza memoria, e ribadisce la sua posizione unanime contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia;

5. invita tutti gli Stati membri dell’UE a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista;

Nessun obbligo per l’Italia

Ciò che risulta scorretto nell’immagine che circola online è che l’Italia non è tenuta a fare alcunché. Al punto 5 sopra citato, la risoluzione del Parlamento europeo invita e non obbliga gli Stati membri a compiere un’azione legislativa in tal senso.

Inoltre, le risoluzioni del Parlamento europeo portano soltanto delle raccomandazioni, dunque atti non vincolanti per gli Stati membri.

Conclusioni

L’immagine riporta in estrema sintesi la risoluzione del 2019 del Parlamento europeo, ma sostiene che l’Italia debba aggiungere come nuovo reato l’apologia al comunismo come avviene per l’apologia al fascismo. Di fatto, le risoluzioni del Parlamento europeo non sono vincolanti e riportano solo delle raccomandazioni.

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