Le madri dei soldati russi nella black list di Putin, la vendetta contro «Way Home» perché danneggia l’immagine della Russia

Tra gli altri bersagli della lista nera anche la testata Sota e le note attiviste Marina Litvinovich e Yekaterina Duntsova

È finita nella black list russa degli «agenti stranieri» l’organizzazione dal nome Way home (in italiano strada verso casa), composta da madri, mogli e figlie dei soldati russi impiegati nell’invasione dell’Ucraina, che si battono per il ritorno dei loro cari dal fronte. La decisione è stata presa dal ministero della Giustizia di Mosca, che accusa il movimento di aver dipinto «un’immagine negativa» della Russia e del suo esercito, e di aver «incoraggiato proteste illegali» contro il governo. Il registro degli agenti stranieri è uno strumento utilizzato dal governo russo per colpire oppositori politici, attivisti per i diritti umani e organizzazioni non governative che criticano le politiche del Cremlino. L’inserimento in questo elenco comporta un severo controllo amministrativo e obbliga le organizzazioni etichettate come agenti stranieri a operare sotto stretta sorveglianza, costringendo spesso molte di esse alla chiusura.


Cos’è il movimento Way Home

Nello specifico, nella lista nera compare anche il nome di Maria Andreyeva, 34enne e una delle leader del movimento Way Home, che ha rilasciato una dichiarazione all’Afp condannando la mossa del Cremlino come «ingiusta» e annunciando l’intenzione di impugnarla. Il movimento Way Home è nato nel settembre del 2022, circa sette mesi dopo l’invasione dell’Ucraina, quando i soldati russi sono stati mobilitati per rinforzare le truppe dopo che Kiev aveva riconquistato alcune aree del paese. Le mogli e le madri di parte dei 300mila uomini chiamati alle armi hanno iniziato a organizzare manifestazioni pubbliche e a sviluppare una narrazione alternativa rispetto a quella dello Stato, chiedendo la smobilitazione e puntando il dito contro il governo e il presidente Vladimir Putin, tacciato di essere il diretto responsabile della guerra. Il movimento comunica principalmente attraverso Telegram, dove conta più di 38mila membri. Tuttavia, è soggetto a frequenti attacchi da parte di bot filogovernativi e a partire dal dicembre del 2023 è stato segnalato come falso dalla piattaforma a causa del numero eccessivo di segnalazioni.


Gli altri bersagli della black list

Oltre al movimento Way Home e ai suoi membri, il Cremlino ha esteso la lista nera includendo anche la testata Sota, presa di mira per la sua opposizione all’invasione dell’Ucraina, l’attivista per i diritti umani Marina Litvinovich e Yekaterina Duntsova, la nota giornalista pacifista e outsider politica a cui le autorità avevano già vietato la possibilità di candidarsi alle elezioni presidenziali di marzo. Nel 2022, la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato la Russia per aver promulgato nel 2012 la legge sugli agenti stranieri, sottolineando che tale norma viola il diritto alla libertà d’associazione e alla libertà di espressione. Nonostante le direttive internazionali, il regime russo continua a reprimere il dissenso interno e ha approvato una legge bavaglia che prevede fino a 15 anni di reclusione per chi si oppone all’invasione dell’Ucraina.

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