Selvaggia Lucarelli contro il «ritorno da Re» di Chico Forti: «Un’offesa ai detenuti che così diventano di serie B»

Il post al vetriolo dell’opinionista contro l’accoglienza riservata al 65enne rientrato dopo anni di prigionia negli Usa

La narrazione trionfalistica del ritorno in Italia di Chico Forti non va giù a Selvaggia Lucarelli, che sui social demonizza l’accoglienza riservata al 65enne triestino rientrato nel nostro Paese dopo anni di prigionia negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike. In un post social al vetriolo, la giornalista e opinionista ha denunciato quella che considera una narrazione fuorviante e offensiva nei confronti dei molti detenuti che vivono in condizioni disumane nelle carceri italiane. «Non so se è più pietoso a) il racconto di Forti sull’accoglienza da RE in carcere b) il racconto su come Schettino, che in carcere evidentemente chiamano ancora “il comandante”, abbia chiesto di vederlo per dirgli “sei il mio eroe”. In pratica, un assassino si gongola del fatto che un uomo che se ne è scappato mentre una nave affondava e risucchiava in mare i suoi passeggeri sia fiero di lui», premette Lucarelli.


La spaghettata in carcere

In un colloquio nel carcere di Verona con Bruno Vespa, pubblicato sul Quotidiano Nazionale, Chico Forti ha raccontato quanto l’abbia colpito il vitto della prigione veneta: «Quando una guardia stava per togliermi una mela un po’ ammaccata, l’ho fermata: non vedevo una mela da 24 anni, nel carcere di Miami frutta e verdura non esistono. E poi la cucina curata dai compagni di cella: qui si può comperare di tutto e mi hanno accolto prima con gli spaghetti alla amatriciana e poi con quelli alle vongole. A Miami una sigaretta con tabacco di scarto costa 25 dollari». E come terza opzione tra le cose «pietose», Lucarelli mette proprio «la spaghettata in carcere, prassi comune in tutte le carceri del paese per tutti i detenuti».


L’intervista di Vespa

Lucarelli si avventa contro il tono leggero dell’intervista di Vespa a Forti, in cui il conduttore ha chiesto all’ex detenuto se tornerà a fare surf piuttosto che affrontare le gravi accuse di omicidio che lo riguardano: «Vespa che se la ride chiedendo non se si sia pentito di aver fatto fuori un uomo per bieche ragioni di denaro, ma se tornerà a fare surf. A FARE SURF. Il tutto sottolineando il dramma dell’omicida Forti rimandato in Italia senza neppure un calzino». Dal canto suo, il 65enne ha sempre ribadito di essere innocente: «Io non ho mai pensato all’ergastolo, ma sempre al giorno successivo. Se credi in te e hai dei principi, procedi. Se non credi in te, ti suicidi. La mia roccia? Mia mamma: la mia energia. Lo sguardo di una persona di 96 anni si affievolisce. Nel suo ho visto i fuochi d’artificio».

«I detenuti ordinari vivono nel degrado»

Una narrazione inaccettabile secondo Lucarelli che chiude con una riflessione amara sulla condizione delle carceri italiane e sul trattamento riservato ai detenuti ordinari, spesso costretti a vivere in condizioni disperate e senza alcun privilegio: «Tutto questo in un paese in cui le carceri sono sovraffollate, in uno stato di degrado totale, con detenuti evidentemente di serie b che faticano ad accedere a servizi igienici decenti e cure e che se vogliono uscire per visitare un parente devono aspettare (se va bene) il suo funerale. Sempre che il funerale non sia il loro, visto il tasso di disperazione e suicidi in carcere», scrive. «Che paese di merda», conclude.

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