Lo sfogo di Baby K: «Non sono un progetto studiato a tavolino» – L’intervista
«Io non voglio diventare schiava delle mie hit, io non sono un progetto studiato a tavolino», si fa sentire vivida la voce di Baby K all’indomani dell’uscita del nuovo singolo dal titolo Fino al Blackout, da lei scritto e prodotto. Una novità importante questa nel percorso della hitmaker da 17 dischi di platino e un disco di diamante, per Roma-Bangkok, tormentone pubblicato nel giugno del 2015 che ha venduto oltre mezzo milione di copie e il cui videoclip è stato il primo nella storia della musica italiana ad avere raggiunto cento milioni di visualizzazioni su YouTube. Un successo clamoroso che però ha finito per incastrare in qualche modo Claudia Judith Nahum, vero nome di Baby K, italiana nata a Singapore, dove il padre geofisico si trovava al momento della nascita. Poi Giacarta, poi Londra, dal 2000 il rientro in Italia e i primi passi nel mondo dell’hop hop. Intervistata da Open ammette: «Il problema è che si arriva ad un momento di panico perché i discografici vogliono quello, il pubblico si aspetta quello, i giornalisti sanno pungere molto bene, il manager vuole il tuo bene quindi il tuo bene è: i numeri, i numeri, i numeri…», una situazione che mortifica un percorso arrivato prima che diventasse la Baby K che conosciamo.
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