A Bologna verso un referendum sul limite di 30 km/h in città: accolto il quesito presentato da Forza Italia, Lega e FdI
Ci sarà un referendum sulla decisione del comune di Bologna di introdurre un limite di 30 chilometri orari nel 70% circa delle strade del capoluogo emiliano. Il comitato dei garanti del Comune ha giudicato ammissibile il quesito proposto dai consiglieri di opposizione di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Una notizia che ha colto di sorpresa tanto il centrodestra quanto la giunta del sindaco Matteo Lepore. «Accogliamo la sfida positivamente. Il referendum consultivo sarà una bella e ulteriore occasione di partecipazione», fa sapere in una nota Palazzo d’Accursio, sede del comune di Bologna. Nel frattempo, si legge nella comunicazione, la giunta continuerà «a lavorare con serenità al provvedimento, che riteniamo fondamentale per salvare vite».
Lo scontro politico
Le misure prese nel capoluogo emiliano per rallentare la velocità dei veicoli che circolano sulle strade urbane risalgono alla scorsa estate, ma è solo da inizio 2024 che i vigili hanno cominciato a comminare le prime multe. L’idea di fondo della «città 30», sposata dalla giunta dem guidata da Matteo Lepore, è di ripensare lo spazio pubblico urbano, riducendo le aree dedicate alle auto e ampliando quello a disposizione di pedoni e ciclisti. Questo, rivendica l’amministrazione comunale, contibuisce a rendere la città più vivibile e ad aumentare la sicurezza stradale. A dimostrarlo sono i dati registrati ad aprile 2024, che testimoniano una riduzione del 16% degli incidenti e 73 feriti in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il limite di 30 km/h introdotto a Bologna si è trasformato però anche in uno scontro politico. Tra i principali oppositori della misura introdotta da Lepore c’è il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha parlato di «scelta ideologica», che «crea più problemi che benefici».
Il referendum
Il quesito che Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega vogliono sottoporre ai bolognesi è il seguente: «Volete andare avanti con il limite dei 30 all’ora deciso dal Comune?». Ora che il referendum è stato dichiarato ammissibile dal comitato dei garanti, i tre partiti che hanno proposto la consultazione popolare avranno tre mesi di tempo per raccogliere 9mila firme. Una sfida tutt’altro che scontata, se non altro perché la finestra temporale coincide esattamente con la stagione estiva. Se l’obiettivo delle 9mila firme dovesse essere centrato, il Comune verificherà la validità delle sottoscrizioni e, in assenza di intoppi, il referendum sarà indetto nei primi mesi del 2025. Si tratta di un voto senza quorum e puramente consultivo, nel senso che servirà soltanto a capire cosa pensano davvero i cittadini ma non può portare a una cancellazione automatica del provvedimento che ha istituito la «Città 30».
In copertina: Cartelli a Bologna per incentivare la «città 30», 16 gennaio 2024 (ANSA/Max Cavallari)
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