La mamma di Elettra, la bimba morta per un tappo in gola: «Al Lido soccorsi inadeguati e l’elicottero era in avaria»

Il racconto della mamma al Corriere: «Ha lottato, è stata veramente una leonessa»

«La mia bambina è stata una leonessa. Ha combattuto con ogni forza e prima di morire ha resistito diverse ore attaccata a una macchina». Questo il racconto, al Corriere della Sera, di Emili Massarotto, la mamma di Elettra, la piccola di 18 mesi morta dopo aver ingoiato un tappo di plastica. La piccola è spirata sabato in Azienda Ospedaliera a Padova. «Io e mia figlia eravamo in bagno perché dovevo lavarle i denti. Lei ha trovato un prodotto sigillato ancora nella plastica, con i dentini è riuscita a rompere la confezione e il tappo si è sfilato. Una cosa veramente assurda perché era sigillato. Mi sono accorta immediatamente di quando stesse accadendo e ho provato con le manovre di disostruzione ma era troppo in fondo», ha raccontato la mamma.


La corsa, il macchinario che non c’era, i problemi all’elicottero

I genitori corrono all’ospedale Monoblocco del Lido di Venezia. «Siamo arrivati alle 7.10 di venerdì mattina e l’elicottero dei soccorsi, per portare via Elettra, è atterrato alle 7.30, volando da Treviso con a bordo i paramedici. Purtroppo il mezzo ha avuto un problema e da Padova sono partiti con un secondo elicottero e così è stato perso molto e troppo tempo prezioso». «Alle 12 circa – racconta – l’hanno attaccata a una macchina chiamata Ecmo (che supporta le funzioni vitali in condizioni di severa insufficienza respiratoria e cardiaca, ndr). Uno strumento disponibile solo a Padova e che è servito ad aiutare il suo cuore a battere. La bambina è rimasta troppo tempo senza ossigeno. Il tappo che aveva ingoiato l’hanno tolto a Padova con una pinza. La nostra domanda è perché non l’hanno tolto subito al Lido e si è atteso così tanto? Io ho più volte implorato i medici che facessero qualcosa per estrarre il tappo. Mi hanno risposto che al Lido non c’è l’apparecchio per vedere dov’era l’ostruzione».


«Ha lottato, è stata veramente una leonessa»

Elettra, spiega la donna, era viva durante la notte. «Ha lottato, è stata veramente una leonessa. Alla mattina dopo un’ora di massaggio cardiaco il cuore era ripartito. Lei voleva restare con noi. Invece alla fine, sabato mattina alle 8.45, quando è stato chiaro per i medici di Padova che la macchina non riusciva più a tenerla in vita, hanno staccato la spina e ce l’hanno restituita. Poco dopo è morta tra le nostre braccia». La donna sottolinea che nonostante l’impegno dei paramedici c’è inadeguatezza al primo soccorso del Lido: «Non è possibile in un’emergenza del genere non poter intervenire e dover attendere l’elicottero per salvare una persona». Sulla vicenda l’Usl 3 sta verificando cosa sia successo, esprimendo vicinanza alla famiglia.

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