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Amanda Knox torna in tribunale, l’annuncio dopo la denuncia di Patrick Lumumba: «Sarò a Firenze per difendermi ancora una volta»

03 Giugno 2024 - 15:58 Redazione
Amanda Knox e Patrick Lumumba
Amanda Knox e Patrick Lumumba
Lo scorso ottobre, la Cassazione aveva accolto il ricorso presentato dall'americana, stabilendo che il processo doveva essere rifatto

«Il 5 giugno entrerò nella stessa aula del tribunale dove sono stata ricondannata per un crimine che non ho commesso, questa volta per difendermi ancora una volta». Così Amanda Knox annuncia su X che mercoledì sarà a Firenze. Si presenterà in Corte d’assise d’appello, perché dalla vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Meredith Kercher è nato un altro filone processuale, che la vede accusata di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Knox infatti accusò l’uomo dell’omicidio di Meredith, avvenuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007. Ma Lumumba venne in seguito riconosciuto estraneo al delitto e quindi prosciolto. Knox, invece, fu condannata a tre anni di reclusione per calunnia (comunque già scontati, dal momento che prima di essere assolta in appello ha passato quasi quattro anni in carcere).

L’accoglimento del ricorso in Cassazione

Lo scorso ottobre, la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’americana. Stabilendo che il processo doveva essere rinviato per valutare la configurabilità del reato in relazione solo al memoriale scritto da lei in questura a Perugia nelle fasi del suo arresto. Knox venne in seguito assolta in via definitiva per il delitto, rispetto al quale si è sempre proclamata estranea. Per quanto riguarda la calunnia, la procura generale di Firenze ha chiesto per Knox la conferma della condanna a tre anni. I difensori della donna, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, spingono invece per l’assoluzione. Definiscono la loro assistita «una vittima» della «violazione dei suoi diritti di difesa» e del «processo mediatico». Dal canto suo Knox, nel suo tweet pubblicato online, sostiene che con questo processo riuscirà a «scagionare il suo nome una volta per tutte dalle false accuse».

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