Muore a 3 anni per del formaggio contaminato, l’appello del padre: «Non dovrà succedere mai più a nessun bambino»
Un bambino è morto per aver ingerito un formaggio prodotto con latte crudo: l’alimento, contaminato da escherichia coli, ha portato Elia, di nemmeno tre anni, a contrarre la sindrome emolitico-uremica (Seu). Che per lui si è rivelata letale. La sua storia è raccontata dal padre, Marco, che sui social ha scritto: «Sembra banale ma certe cose quando succedono cambiano per sempre la vita, e questo stupido acronimo, Seu, ha cambiato quella del mio piccolino, la mia quella, della mamma, dei nonni, fratelli, zii e quella di tutte le persone che hanno avuta la fortuna di vederlo correre nel vicolo e in passeggiata nei suoi splendidi due anni e mezzo».
La vicenda
Il calvario di Elia è iniziato ad aprile, quando è corso al Gaslini di Genova dopo aver mangiato il formaggio contaminato, durante un soggiorno in montagna. Non è riuscito a salvarsi: è morto lo scorso 21 maggio. Dopo 51 interminabili giorni di rianimazione. «È riuscito a scappare dalla rianimazione, non dalla porta però, ha approfittato di un refolo d’aria e una finestra socchiusa ed è volato via in una nuvola», scrive il papà nel suo struggente messaggio sui social. «Vorrei che quanto scritto possa mettere in guardia i genitori dai rischi della Seu. Non dovrà succedere mai più a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia», ha promesso suo padre Marco, che vive nel piccolo comune ligure di Arenzano. La famiglia di Elia, ora, vuole battersi per una maggior chiarezza nelle etichette dei prodotti caseari a latte crudo.
Il precedente
L’Istituto Superiore di Sanità spiega che «nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), la Seu rappresenta la più grave complicanza di un’infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina o vero-citotossina. L’infezione si trasmette principalmente per via alimentare». Solo pochi mesi fa, aveva fatto scalpore la notizia di un bimbo di quattro anni morto nello stesso identico modo. Mattia Maestri il 5 giugno del 2017 aveva contratto la Seu dopo aver mangiato un pezzo di formaggio prodotto con latte crudo. Quando riuscì a raggiungere il Santa Chiara di Trento, era già in condizioni gravissime, ma la pediatra si disse «troppo stanca» per valutare il caso. Per questo è stata rinviata a giudizio per lesioni e rifiuto di atti d’ufficio.
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