Cessate il fuoco a Gaza, Netanyahu: «Tregua a tempo per gli ostaggi. Poi discutiamo». Hamas «positivo» sulla proposta Usa

Atteso nelle prossime ore l’incontro tra il premier israeliano e il leader della destra radicale, contrario all’accordo con Hamas

«La guerra verrà fermata allo scopo di restituire i sequestrati e poi discuteremo». Lo annuncia il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che in queste ore sta discutendo con i membri del suo governo della proposta degli Stati Uniti per il cessate il fuoco a Gaza. L’accordo proposto da Washington «include un cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi», ma lo schema presentato da Biden – ha precisato Netanyahu parlando ai media israeliani – «è parziale perché ci sono altri dettagli che non sono stati pubblicati». In mattinata, il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry aveva rivelato che «Hamas ha accolto positivamente la proposta per il cessate il fuoco a Gaza», aggiungendo che ora resta solo da attendere quale sarà «la risposta di Israele».


La risposta positiva di Hamas

Durante una conferenza stampa con il suo omologo spagnolo, Shoukry ha detto che «la proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di scambio di prigionieri e detenuti deve essere accettata», perché le operazioni militari dell’esercito di Tel Aviv nell’enclave palestinese «espone la regione al caos». A tal proposito, il ministro egiziano ha detto di apprezzare «la posizione della Spagna a favore della causa palestinese, soprattutto dopo il riconoscimento dello Stato di Palestina» e ha invitato tutti i Paesi a «rispettare le regole del diritto internazionale, rispettare le decisioni della Corte internazionale di giustizia e preservare il sistema di azione multilaterale internazionale». L’obiettivo ultimo, ha concluso Shoukry, rimane la soluzione dei due popoli e due Stati.


Cosa prevede la proposta Usa

La proposta di mediazione tra Israele e Hamas, svelata nei giorni scorsi dal presidente americano Joe Biden, rappresenta uno dei tentativi più concreti avviati finora per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza. «Noi sosteniamo con grande convinzione» questo sforzo, ha commentato oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il piano presentato dal governo statunitense prevede tre fasi. La prima avrebbe una durata di sei settimane e comprenderebbe «un cessate il fuoco pieno e completo, il ritiro delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza», il rilascio di alcuni ostaggi e il rilascio di centinaia di persone, tra prigionieri palestinesi e ostaggi americani. In questa prima fase, i civili potranno tornare nelle loro abitazioni in tutte le aree di Gaza, mentre nella Striscia potrebbero entrare ogni giorno circa 600 camion per la consegna di aiuti umanitari. La seconda fase dovrebbe prevedere il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita e il ritiro delle forze israeliane da Gaza. Infine, la terza fase: la conclusione delle ostilità e il piano di ricostruzione, con la consegna delle salme e dei resti di tutti gli ostaggi rimasti uccisi.

I piani di Israele per un governo alternativo ad Hamas

Ora che la proposta statunitense, stando alle parole del ministro degli Esteri egiziano, è stata accolta positivamente da Hamas, tutti gli occhi sono puntati su Israele. Oggi, lunedì 3 giugno, Netanyahu ha convocato il ministro Itamar Ben-Gvir, leader della destra radicale contrario all’intesa con Hamas. A riferire dell’incontro è Israel Hayom, che cita fonti dell’ufficio del premier. Nelle scorse ore, intanto, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha telefonato al segretario di Stato americano Antony Blinken. «Nel quadro di qualsiasi processo di sviluppo, Gallant ha sottolineato l’impegno di Israele a smantellare Hamas come autorità governativa e militare. A questo proposito, ha discusso la questione di identificare e consentire l’emergere di un’alternativa di governo locale», si legge nel comunicato diffuso dal suo ufficio.

In copertina: Il premier Benjamin Netanyahu durante un evento pubblico a Gerusalemme, 13 maggio 2024 (ANSA/Gil Cohen-Magen)

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