Italia-Albania, cercasi nave per trasferire i migranti: «Prelievo a 20 miglia da Lampedusa, 5-6 viaggi al mese». Il governo spenderà fino a 13,5 milioni
13,5 milioni di euro. È la cifra cui il governo italiano potrebbe dover andare incontro per noleggiare per tre mesi la nave chiamata a portare in Albania i migranti che le autorità decideranno di «delocalizzare» in Albania nell’ambito del protocollo concluso col governo di Tirana. È quanto si evince, secondo quanto appreso dall’Ansa, dalla consultazione preliminare del mercato lanciata dal Viminale in vista della prima fase di esecuzione dell’accordo, che dovrebbe debuttare dal prossimo 15 settembre. Dalla consultazione è emerso appunto che il noleggio di una nave per 90 giorni «per garantire lo spostamento dei migranti soccorsi in mare Mediterraneo» fino al porto di Shengjin, con relativo equipaggio, può costare sino a un massimo di 13,5 milioni di euro. Il ministero dell’Interno ha anche messo a punto un documento tecnico dal quale emergono una serie di informazioni e dati utili di rilievo rispetto alle operazioni che dovranno essere effettuate. Nel documento si fa riferimento a un servizio di trasporto di «circa 300 unità» (200 migranti e 100 operatori) per tre o quattro viaggi al mese (andata e ritorno). Il “punto di prelievo” previsto per i migranti da portare in Albania viene indicato «a circa 15/20 miglia nautiche a Sud-Sud/ovest dall’isola di Lampedusa». Per raggiungere la destinazione concordata con Tirana, il porto di Shengjin – alle cui spalle sono in costruzione le strutture d’accoglienza per i migranti – si prevede un tragitto navale di circa 50 ore. La durata di ogni operazione nel complesso, compresi «il trasbordo dei migranti, l’attività di hub, il trasporto in Albania, le attività di sbarco e il rientro nell’area di operazioni» è indicata in 5-6 giorni.
Requisiti stringenti
L’iter di selezione della compagnia appaltatrice è dunque solo agli inizi. Ma i requisiti richiesti dal Viminale sono tali da produrre già una scrematura sulla base delle caratteristiche tecniche. Viene richiesto infatti che la nave proposta assicuri: la capacità di trasportare circa 300 passeggeri (200 migranti più 100 operatori, come detto); un minimo di 50 cabine, ciascuna con al massimo due posti letto; un pescaggio (l’altezza della parte dello scafo che rimane immersa) minore di 5 metri, «adeguato per ormeggiare presso il porto di Shengjin»; un locale per lo screening dei migranti; uno da adibire a camera di sicurezza per le esigenze di Polizia giudiziaria; un locale per l’infermeria; e zone per l’eventuale quarantena. «Il servizio di gestione armatoriale della nave sarà in capo all’operatore con tutti gli obblighi e responsabilità», viene precisato nel documento del Viminale. Inoltre, l’esecuzione del servizio include
l’approvvigionamento di beni e generi alimentari, nonché la preparazione di vitto diversificato in relazione ai precetti religiosi o eventuali problematiche sanitarie. Qualora si superi la media di 300 unità per i giorni della durata del contratto, precisa ancora il ministero, sarà riconosciuto un costo aggiuntivo pro capite di 40 euro/giorno per il numero di passeggeri in esubero. «Stante l’imprevedibilità dell’evoluzione dei flussi
migratori e quindi l’impossibilità di quantificare il numero esatto di traversate necessarie», si legge nell’ultimo capitolo del documento, se la percorrenza di navigazione per la durata del contratto sarà inferiore a 6mila miglia nautiche, il costo del noleggio sarà ridotto del 15%.
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