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Nei libri di Verne e X-Men «contenuti razzisti e discriminatori»: via dagli scaffali delle biblioteche inglesi

03 Giugno 2024 - 23:58 Redazione
Tra i volumi ritirati dalle librerie pubbliche ci sono anche quelli degli autori Raymond Briggs, David McKee e Jules Verne

Un nuovo episodio di censura sta facendo discutere il Regno Unito: dopo i casi di Roald Dahl, Ian Fleming e Agatha Christie, nuovi libri vengono ritirati dalle biblioteche pubbliche perché giudicati offensivi della sensibilità attuale. Tra i volumi ci sono quelli degli autori Raymond Briggs, David McKee e Jules Verne, libri illustrati e fumetti rivolti a bambini e ragazzi che hanno pagato le segnalazioni, presentate in qualche caso anche da un solo utente, in merito a contenuti giudicati razzisti e discriminatori. La vicenda viene ricostruita dal Times, che parla di un nuovo caso di “cancel culture“. Il quotidiano ha parlato con oltre 200 biblioteche pubbliche chiedendo informazioni sui libri ritirati dal prestito e le relative ragioni. E ha scoperto alcuni titoli famosi tra quelli banditi: Cinque settimane in pallone (1863) di Verne, colpevole di utilizzare alcuni termini offensivi in riferimento alle popolazioni dell’Africa. Oppure Fungus the Bogeyman (1977) di Briggs, in cui c’è un personaggio (“golliwogg”) poi diventato bambola di pezza di colore nero considerato fortemente razzista. Nel mirino del politicamente corretto anche un episodio della serie a fumetti dedicata agli X-Men. Secondo i dati raccolti dal Times, almeno 16 libri sono stati rimossi dagli scaffali in 11 consigli comunali dopo la lamentela di un singolo cliente, in quello che può essere ritenuto un eccesso di zelo. Professori ed esperti sono intervenuti sulla vicenda a seguito del pezzo del Times. Tra loro Louise Cooke, professoressa dell’università di Loughborough, perché a suo avviso la crescente tendenza a rimuovere tutto ciò che potrebbe potenzialmente offendere un individuo, iniziata negli Usa e poi diffusasi nel Regno Unito, è «estremamente pericolosa». E il Ceo ad interim del Cilip – organismo professionale per bibliotecari e specialisti dell’informazione – Jo Cornish ribadisce: «La nostra opinione come professionisti è che è meglio per il lettore avere accesso a materiale non vietato dalla legge, piuttosto che bandirlo. Come chiariamo nelle nostre linee guida, ci impegniamo a opporci alla censura a meno che non vi sia il rischio specifico che fornire l’accesso a un particolare libro possa violare la legge o incitare all’odio o alla violenza».

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