Aiuti di Stato, via libera della Commissione Ue all’Italia per sostenere le rinnovabili «non mature»

Il decreto messo a punto dal governo italiano prevede di sostenere la realizzazione di impianti eolici off-shore, fotovoltaici galleggianti e non solo

Semaforo verde dalla Commissione europea agli aiuti di Stato previsti dall’Italia per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili. Oggi l’esecutivo comunitario ha approvato lo schema di decreto che promuove la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili non pienamente mature oppure con costi elevati, il cosiddetto «FER2». Si tratta di una categoria che comprende impianti eolici off-shore, geotermoelettrici, fotovoltaici galleggianti sull’acqua, ma anche tutti quegli impianti che generano energia sfruttando le maree o il moto ondoso del mare. L’obiettivo del governo italiano è incentivare queste tecnologie per arrivare a una capacità complessiva di 4,6 gigawatt entro fine 2028. Fino ad allora, la misura sarà finanziata con un prelievo dalle bollette pagate dai consumatori.


Il via libera di Bruxelles

Il via libera di Bruxelles all’Italia è arrivato grazie anche alle nuove regole sugli aiuti di Stato introdotte con il Piano Industriale per il Green Deal. Per accelerare la transizione energetica dei Paesi Ue, la Commissione europea ha semplificato infatti il quadro normativo sui sussidi pubblici, allargando le maglie dei controlli per tutti quei progetti che servono a raggiungere obiettivi strategici comunitari. Commentando l’ok di Bruxelles arrivato oggi, il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin parla di «un passo avanti importante verso i nostri obiettivi energetici», che consentirà di «abilitare nuove tecnologie fondamentali per la decarbonizzazione». La Commissione europea ha dato il via libera al progetto fissando a 35,3 miliardi l’importo massimo che l’Italia potrà erogare. Il progetto messo a punto dal governo italiano, si legge in una nota della Commissione, contribuisce al conseguimento degli obiettivi strategici del Green Deal europeo, aiutando nello stesso tempo a porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi.


La spinta sulle rinnovabili

Un’ulteriore conferma sulla necessità di accelerare gli investimenti sulle rinnovabili arriva anche dall’Agenzia internazionale dell’energia. In una ricerca pubblicata martedì 4 giugno, la Iea ha stimato che i piani nazionali di decarbonizzazione dei Paesi Onu prevedono di arrivare a 8mila gigawatt complessivi di capacità rinnovabile nel 2030, il 30% in meno rispetto all’obiettivo di 11mila gigawatt fissato alla Cop28 di Dubai. Eppure, sottolinea il direttore generale Fatih Birol, il target è perfettamente raggiungibile. Dal 2015 ad oggi, infatti, l’ammontare di capacità rinnovabile aggiunta nel mondo ogni anno è triplicato, anche grazie a politiche di sostegno, economie di scala e progresso tecnologico. Oggi, precisa il report della Iea, i principali ostacoli della transizione energetica restano i tempi lunghi di attesa per i permessi ai progetti, gli investimenti inadeguati nelle infrastrutture di rete e gli alti costi finanziari, specialmente nei Paesi emergenti e in via di sviluppo.

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