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L’estrema destra francese ora litiga per Meloni. La nipote di Le Pen a Roma striglia la zia: «Lei è nostra alleata!» – Il video

04 Giugno 2024 - 13:39 Simone Disegni
La capolista di "Reconquete" Marion Maréchal ricevuta a Palazzo Chigi dalla premier: «Il suo programma somiglia molto di più al nostro»

Tutti la vogliono, tutti la temono. Giorgia Meloni è probabilmente la premier politicamente più «in forma» d’Europa, e si appresta a proiettare la sua influenza anche a livello Ue dopo le elezioni del prossimo 8-9 giugno che promettono di premiare FdI con una pattuglia di decine di eurodeputati. Per le destre radicali di mezza Europa, Meloni rappresenta «quella che ce l’ha fatta»: a conquistare il potere restando fedele – almeno nella comunicazione pubblica – a parole d’ordine come “nazione” e “sovranità”. Una sfida all’Europa da dentro il sistema, nella visione degli altri partiti che si sentono vicini (o ispirati da) Fratelli d’Italia. E così, all’ultimo miglio della campagna elettorale, capita pure che le forze che fanno a gara a chi è più sovranista di un grande Paese europeo – la Francia – si contendano Meloni tirandola per la giacchetta dalla loro. Che Marine Le Pen abbia rotto gli indugi e lanciato la sua avance politica alla premier italiana è cosa nota. La scorsa settimana ha scelto il Corriere della Sera per farle arrivare il suo messaggio: «Adesso è il momento di unirsi, sarebbe davvero utile». Tradotto: di colmare le distanze che separano FdI dal Rassemblement National, più formali che sostanziali, procedendo verso una fusione dei due gruppi in cui militano a livello europeo – Identità e Democrazia e Conservatori e riformisti europei. Interesse che la stessa Meloni ha già ricambiato, aprendo a un dialogo europeo con Le Pen. Nell’attuale famiglia europea però FdI siede con Reconquete, l’altro partito della destra dura – anche più dura – della Francia, fondato dal polemista Eric Zemmour. Nel cui quartier generale dev’essere scattato l’allarme rosso: tanto che la capolista alle Europee, Marion Maréchal, ieri si è precipitata a Roma per incontrare e farsi fotografare con la premier e alleata. «Carissima Giorgia Meloni, il 9 giugno, insieme, sposteremo l’Europa a destra!», ha twittato poi Maréchal condividendo le foto del faccia a faccia, con tanto di bandiere tricolori di Francia e Italia. Come a rivendicare il primato dell’alleanza con la premier italiana.

Lite in famiglia

Maréchal non è una candidata qualsiasi. È la nipote di Marine Le Pen (figlia della sorella Yann): letteralmente cresciuta nel Front National fondato dal nonno Jean-Marie, a 22 anni l’ambiziosa Marion ha rotto pubblicamente con zia Marine, abbandonando il suo partito per sostenere la corsa all’Eliseo del suo avversario da destra Zemmour. Che l’ha poi premiata per il prezioso sostegno nominandola vicepresidente del partito e capolista alle Europee. Nei sondaggi però Reconquete langue a un misero 5%, mentre l’RN guidato dall’altro enfant prodige dell’estrema destra, Jordan Bardella, vola al 33%. E così un abbraccio con Meloni a Roma – pur nel quadro di un incontro durato verosimilmente una manciata di minuti, tra un impegno governativo e l’altro – vale oro agli occhi della giovane leader di Reconquete. E così poco dopo Maréchal era già collegata alla tv francese da Piazza Colonna, quella antistante Palazzo Chigi, per tentare di rimarcare l’importanza di quell’incontro. «L’alleanza con Giorgia Meloni non è certo una novità. Lei è più vicina a noi di Reconquete che al Rassemblement National sul piano ideologico», ha assicurato agli elettori di destra Maréchal, squadernando le vedute simili – a suo dire – sulla difesa dell’identità nazionale, sull’economia (meno spesa pubblica, tasse più basse) o sulla «lotta all’ideologia woke e alla propaganda Lgbt». Ecco perché «è naturale che veda noi come interlocutori privilegiati», ha detto la giovane francese, secondo cui tra i successi già conseguiti in Italia dal governo Meloni andrebbero annoverati tra l’altro «la riduzione degli sbarchi di migranti del 70%, il blocco nei porti delle navi delle Ong» e perfino «la crescita del reddito medio degli italiani». Gliel’avrà raccontato la premier stessa?

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