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L’Ucraina ha colpito i primi obiettivi in Russia con armi Usa: «Gli S-300 di Mosca bruciano grazie agli Himars» – Il video

L’azione portata a termine in profondità nella regione di Belgorod, probabilmente lo scorso weekend. Il Cremlino: «Gli Usa evitino errori fatali»

L’Ucraina ha colpito per la prima volta obiettivi militari in Russia con armi occidentali. Lo ha annunciato la stessa vicepremier di Kiev Iryna Vereshchuk condividendo su Facebook l’immagine di quello che viene descritto come un sistema missilistico S-300 avvolto dalle fiamme. «Brucia che è un piacere. È un S-300. In territorio russo. A pochi giorni dal permesso di usare armi occidentali contro il territorio nemico», festeggia la vicepremier. Giovedì scorso, dopo settimane di pressioni, è arrivato il cambio di rotta ufficiale degli Usa, con l’autorizzazione a Kiev a colpire anche oltre confine nell’ambito del diritto all’autodifesa contro il tentativo russo di sfondare su Kharkiv, anche se solo in quella regione. Nei giorni seguenti si è messa in scia pure la Germania, unendosi così al gruppo di Paesi favorevoli a tale cambio di prescrizioni per l’uso delle loro armi – che già comprendeva Francia e Regno Unito, Canada, e Oland. Ia, Polonia e Repubblica Ceca, Paesi baltici e scandinavi. Ufficialmente non è noto con quali armi esattamente l’Ucraina abbia portato tale attacco né quando esso sia stato effettuato. È probabile però che l’immagine pubblicata dalla vicepremier di Kiev si riferisca allo stesso attacco cui alludeva già sabato un militare ucraino che si presenta sotto il nome di Stanislav “Osman” Bunyatov: «C’è silenzio nella direzione di Volchansk dopo gli Himars. Gli uccelli cantano. La situazione migliore», scriveva il militare su Telegram.


L’attacco, le armi, la reazione del Cremlino

L’ipotesi prevalente tra gli osservatori è dunque che siano stati utilizzati dunque missili Himars di fabbricazione Usa. L’azione sarebbe stata portata in profondità: secondo Jacopo Iacoboni de La Stampa, l’obiettivo russo colpito sarebbe localizzato 18 chilometri a nord di Belgorod, ossia a oltre 50 chilometri dal confine con l’Ucraina. D’altra parte la stessa notizia è stata riportata ieri anche da canali Telegram russi, dove pure si rimarcava che l’attacco ucraino «non ha provocato vittime tra i soldati di Mosca». Non a caso lo stesso Cremlino ieri ha inviato un nuovo minaccioso messaggio agli Usa, mettendo in guardia il Paese guidato da Joe Biden da «errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali». Il segno forse di una preoccupazione crescente per il possibile impatto game-changing dell’autorizzazione all’uso di armi occidentali oltre confine.


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