Natisone, il volontario che ha trovato Patrizia Cormos: «Pensavo che fosse ancora viva»

Emanuel Marini è al lavoro da domenica: ora cerchiamo Cristian

Emanuel Marini è il volontario della Protezione civile che domenica 2 giugno ha trovato il corpo senza vita di Patrizia Cormos, una delle tre vittime della piena del fiume Natisone. Il corpo della ventenne era stato trasportato dalle acque in una insenatura del costone. Dopo il ritrovamento del corpo ha incontrato i genitori di Patrizia: «Ci siamo abbracciati. Poche parole. Mi hanno chiesto del braccialetto, della collanina. Li ho descritti, un cenno con il capo, sì erano quelli di Patrizia Cormos. Avrei voluto essere ambasciatore di buone notizie, e non di morte», dice oggi al Corriere della Sera. Marini dice di aver notato il cadavere di Cormos «mettendo la testa in un pertugio, in una piccola fessura del costone del torrente. Patrizia è stata trasportata dall’acqua in quel punto. Era voltata di schiena. Ricoperta da detriti: pezzi di legno, ramoscelli».


Quando l’ha vista Marini ha pensato che potesse essere ancora viva: «Sono andato lì perché mi hanno chiesto se potevo dare il mio contributo. E perché sentivo di farlo. Proprio perché la mia speranza era di trovare persone vive. Quando ho visto il corpo della ragazza ho ascoltato i battiti, il respiro. Nulla». Per recuperare il corpo «abbiamo aspettato l’arrivo dei carabinieri con il magistrato di turno e dei pompieri con l’ispettore arrivato da Udine. Dopo il nulla osta la ragazza è stata tirata fuori dal pertugio e il corpo è stato portato via dall’elicottero perché in quel punto non si poteva recuperarlo con lo scafo». Infine, spiega da quanto sta lavorando: «Domenica avrei dovuto fare il turno dalle 8 alle 14. Ma sono rimasto ad aiutare fino alle 20. Stiamo cercando il corpo del terzo ragazzo (Cristian Casian Molnar). Avrei voluto fare molto di più ma purtroppo si è messo a piovere ed è difficile camminare sui massi viscidi».


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