L’università di Palermo interrompe gli accordi con gli atenei israeliani, Bernini: «Scelta sbagliata». Sospeso anche l’Erasmus «per sicurezza»

La decisione del Senato accademico riguarda anche il programma di mobilità degli studenti europei in Algeria, Georgia, Giordania, Libano, Ucraina, Sud Africa e Tunisia

Una «scelta sbagliata» ma «nel pieno dell’autonomia dell’università» Così la ministra Anna Maria Bernini ha definito la decisione del senato accademico dell’Università di Palermo sulla sospensione degli accordi con gli atenei israeliani. Secondo Bernini, è un errore «soprattutto in un momento in cui si sta intensificando il processo politico-diplomatico di pace, di ricerca della pace». Dopo i casi di Cagliari e della Statale di Milano, è arrivata lunedì 3 giugno anche la deliberazione dell’organo collegiale del polo siciliano, dopo ventisei giorni di mobilitazione degli studenti che si erano accampati con le tende del campus nel campus di viale delle Scienze. L’ateneo di Palermo si era già espresso con due mozioni distinte in una condanna agli attacchi di Hamas del 7 ottobre e ai bombardamenti di Israele sulla Strisciad i Gaza. Ora sospende gli accordi di scambio con gli istituti israeliani, e anche i progetti Erasmus+  con le università Afeka di Tel Aviv e Hebrew University of Jerusalem, rispettivamente attive fino al 2025 e al 2026, benché senza studenti in mobilità iscritti o previsti dai progetti. Tra le deliberazioni, anche l’istituzione di procedure di trasparenza per valutare simili accordi istituzionali e per l’elaborazione di un regolamento ad hoc sul dual use – il doppio fine civile e miliare di alcune aziende -, che si dovrebbe concludere entro la pausa estiva.


Stop all’Erasmus

Il senato accademico ha deciso poi di interrompere anche i progetti di Erasmus per «il venir meno delle essenziali garanzie di sicurezza a cui gli eventuali soggetti coinvolti nei partenariati di cooperazione sarebbero esposti in questo particolare e delicato momento di crisi internazionale». Tra i paesi verso i quali l’Università di Palermo non manderà i propri studenti, ci sono Israele e Ucraina, insieme a Algeria, Georgia, Giordania, Libano, Ucraina, Sud Africa e Tunisia. Le iniziative che compongono il documento di indirizzo approvato dal Senato accademico saranno presentate in un’assemblea pubblica che si terrà il prossimo 19 giugno. «Nel momento in cui i rapporti si interrompono, l’università viene meno alla sua missione fondativa, che è quella dell’inclusività», ha detto all’Università Politecnica delle Marche Le Torrette ad Ancona la ministra Bernini, «l’università è aperta e inclusiva, non chiude mai le porte. Le università non si schierano, le università non entrano in guerra, sono costruttori di ponti, creatori di pace, sono delle grandi fabbriche di diplomazia scientifica».


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