Perché questo intervento di Barnard del 2014 sul Parlamento europeo è fuorviante

Diversi punti trattati nella clip riportano informazioni sui poteri del Parlamento europeo non supportate dai fatti

In vista delle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, circola un video dove si sostiene che sia tutto un’imbroglio. Il protagonista della clip è Paolo Barnard, ospite del programma televisivo “La Gabbia” (La7) durante la puntata del 14 maggio 2014, dove si sostiene una presunta inutilità del Parlamento europeo (Pe). La clip, utilizzata per promuovere l’astensione al voto, riporta diversi elementi fuorvianti e non supportati dai fatti.

Per chi ha fretta

  • L’elezione degli europarlamentari è fondamentale per l’elezione della stessa Commissione europea, dal Presidente a ogni singolo membro.
  • Il Parlamento europeo ha il potere di sfiduciare l’intera Commissione europea.
  • Gli europarlamentari possono bocciare le proposte della Commissione e hanno sempre l’ultima parola insieme al Consiglio.
  • Il Parlamento europeo ha il potere di pronunciarsi sul bilancio e la Commissione è tenuta a dar seguito alle osservazioni degli europarlamentari.

Analisi

Il video risulta condiviso dal canale Youtube di La7, come possiamo vedere dal seguente post su Threads:

In molti casi risulta scaricato e riproposto via Facebook con eventuali grafiche aggiuntive come nell’esempio sotto riportato.

Ecco dei post dove vengono tratte le seguenti conclusioni del video:

Le elezioni europee sono un imbroglio?

Tredici anni fa, su la 7, il giornalista Barnard spiegava tecnicamente il “colpo di Stato” fatto in sede europea per sottrarre potere ai singoli Stati e darlo alla Commissione UE che decide scavalcando il parlamento europeo, essendo il parlamento europeo un organismo sottomesso che non può agire né impedire l’approvazione di leggi scritte a danno degli stessi Stati che dovrebbe rappresentare.

A pochi giorni dalle elezioni è fondamentale rispondere a questa domanda: se la Commissione non è eletta, è nominata da poteri fuori dal parlamento che di fatto controllano la UE?

Le leggi degli ultimi anni tutelano interessi europei? La decisione presa dalla Commissione di trasformare l’economia europea in economia di guərra è a vantaggio dell’Europa o ci porterà a una guərra devastante?

La narrazione dei “non eletti”

Partiamo da un punto trattato da Barnard, quello dove sostiene che la Commissione europea non sia eletta. Si tratta di una narrazione già vista nel nostro Paese, di recente in particolare dall’area filorussa, dove più volte accusano i governi italiani di non essere eletti dal popolo. Tra i governi italiani ritenuti non eletti c’era anche il Conte I, appoggiato anche il conduttore del programma televisivo dove era ospite Barnard, Gianluigi Paragone, eletto tra le fila del M5s e poi espulso.

La nostra democrazia è rappresentativa, dove il popolo elegge i suoi rappresentanti. Lo stesso vale per l’Unione europea, dove i cittadini eleggono i propri europarlamentari che a loro volta eleggono il Presidente della Commissione europea, ossia l’organo esecutivo, per poi valutare i commissari ed approvare o meno la Commissione stessa. Ricordiamo, come spiegato in un precedente articolo, che il Parlamento europeo ha il potere di sfiduciare la Commissione e di farla cadere.

Il potere legislativo

Secondo quanto affermato nel video del 2014, il Parlamento europeo «non può fare leggi» e non avrebbe il potere di bocciare le leggi proposte dalla Commissione. Inoltre, si sostiene che quest’ultima avrebbe «l’ultima parola e rigetta ogni contestazione del parlamento europeo che così risulta completamente impotente».

Il trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, ha esteso i poteri legislativi in oltre 40 ambiti e a parità con il Consiglio dell’Unione europea, quest’ultimo rappresentato dai governi degli Stati membri. Di fatto, fin da prima dell’intervento video di Barnard, il Pe aveva già in mano diversi poteri che smentiscono la narrazione del 2014.

La procedura legislativa ordinaria

Ricapitolando, l’organo esecutivo dell’Unione europea viene eletto dal Parlamento europeo che rispecchia il risultato delle elezioni. Pertanto, la Commissione deve rendere conto delle scelte espresse dal corpo elettorale e rischia di essere sfiduciato. Inoltre, le leggi non possono essere approvate senza il consenso degli europarlamentari. È quanto previsto dalla procedura legislativa ordinaria dell’Unione europea (art. 294 TFUE), illustrata sul sito dell’europarlamento:

  1. La Commissione europea presenta una proposta legislativa al Parlamento europeo.
  2. Durante la prima lettura, il Parlamento europeo esamina la proposta della Commissione e può approvarla senza modifiche o emendarla.
  3. Durante la prima lettura, il Consiglio può decidere di accogliere la posizione del Parlamento, nel qual caso l’atto legislativo è adottato, o può modificare la posizione del Parlamento e rinviare la proposta al Parlamento per una seconda lettura.
  4. Il Parlamento esamina la posizione del Consiglio e la approva, nel qual caso l’atto è approvato; o la respinge, nel qual caso l’atto non entrerà in vigore e l’intera procedura è conclusa; o propone emendamenti e rinvia la proposta al Consiglio per una seconda lettura.
  5. Se la proposta legislativa non viene adottata, il Consiglio esamina la posizione del Parlamento in seconda lettura e approva tutti gli emendamenti del Parlamento, il che significa che l’atto è adottato, oppure non approva tutti gli emendamenti, il che comporta la convocazione del Comitato di conciliazione.
  6. Se non adottata, il Comitato di conciliazione, composto da un numero uguale di deputati al Parlamento europeo e di rappresentanti del Consiglio, tenta di raggiungere un accordo su un progetto comune. In caso di mancato accordo, l’atto legislativo non entrerà in vigore e l’intera procedura è conclusa. Se viene concordato un progetto comune, quest’ultimo è trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per una terza lettura.
  7. Se il testo viene approvato in terza lettura dal Parlamento e dal Consiglio, l’atto è adottato. In caso contrario, non viene adottato e si conclude il percorso della proposta che rimane tale.

Come spiegato dallo stesso sito dell’europarlamento, «se una proposta legislativa è respinta in una qualsiasi fase della procedura, oppure se il Parlamento e il Consiglio non possono raggiungere un compromesso, la proposta non è adottata e la procedura si conclude. Una nuova procedura può iniziare solamente con una nuova proposta da parte della Commissione».

Per verificare quanto riportato, basterebbe effettuare una semplice ricerca Google «“parlamento europeo” +boccia» per recuperare gli episodi in cui il Parlamento europeo ha bocciato proposte, direttive e altro ancora.

Altri poteri

Il Parlamento europeo ha il potere di pronunciarsi sulla totalità del bilancio. La Commissione e le altre istituzioni sono poi tenute a dar seguito alle osservazioni formulate dagli europarlamentari.

Ulteriore potere del Parlamento europeo riguarda quello di poter respingere i trattati internazionali. Nel 2012, due anni prima del video intervento di Barnard, bocciò il Trattato anti contraffazione ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement).

Il trattato di Lisbona ha introdotto un’ulteriore iniziativa, quella che vede come protagonisti i cittadini che (una volta raggiunta una soglia minima di firmatari) possono proporre atti legislativi alla Commissione europea tramite il Parlamento europeo: «Se l’iniziativa raggiunge la soglia, gli organizzatori saranno invitati a un’audizione al Parlamento europeo per presentare le loro idee. Successivamente, il Parlamento può decidere di discutere ulteriormente e di adottare una risoluzione su tali idee». La Commissione, a quel punto, ha sei mesi per esaminare le iniziative e decidere come agire.

La narrazione non regge

Nelle contestazioni poste durante il programma “La Gabbia” (La7), si sostiene che il Parlamento europeo risulti impotente di fronte ai verdetti della Corte Europea. Di fronte a una sentenza della Corte Costituzionale italiana, anche il nostro Parlamento non può opporsi.

Di fatto, ogni decisione presa a livello europeo dipende dal voto del Parlamento eletto dai cittadini, come avviene nella nostra Repubblica italiana. Il sistema è però più complesso e coinvolge in ogni caso gli stessi rappresentanti dei governi nazionali. La narrazione proposta da Barnard faceva intendere che il Parlamento non abbia alcun potere decisionale, ma questo non risultava nemmeno nel 2014.

Ulteriore funzione del Pe riguarda le interrogazioni parlamentari, rivolte da ciascun deputato al Presidente del Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione o al vicepresidente della Commissione o alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Un esempio è quello sulle fantomatiche scie chimiche, trattato in un nostro precedente articolo, dove la stessa Commissione aveva risposto all’europarlamentare che l’aveva presentata.

Conclusioni

La narrazione proposta nel video del 2014 risulta fuorviante, in quanto si fa intendere che il Parlamento europeo non abbia alcun potere decisionale a livello europeo, ignorando il trattato di Lisbona che attribuisce ulteriori poteri. Le proposte della Commissione e la sua composizione dipende sempre dagli europarlamentari.

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