Cristina Fogazzi: «Se fossi un uomo, sarei considerata un genio. E invece resto l’Estetista cinica»

L’imprenditrice, che dirige un’azienda da 70 milioni, si racconta in una lunga intervista al Corriere. «Il mio switch è stato quando ho compiuto 34 anni, l’età in cui mamma si è separata. E mi sono chiesta: “Ma io, adesso, se mi capitasse quello che è capitato a lei, come reagirei?” E la psicoterapia che non esisteva. Io la psicoterapia l’ho fatta per 15 anni, lei no»

Un’azienda da 70 milioni, milioni di «fagiane» pronta a seguirla ovunque. Cristina Fogazzi, alias l’Estetista Cinica, si racconta in una lunga intervista sul Corriere della Sera. Vorrebbe essere più Cristina, meno la Cinica. «Ci stiamo provando», dice. Per le sue seguaci, definite le «fagiane» dal nome che l’imprenditrice dà alle sue amiche di sempre, ha una «gratitudine immensa – spiega – Quando ci si incontra capisco che sono persone con cui andrei a cena volentieri». Inevitabile la domanda sugli influencer, anche dopo il caso-Pandoro che ha coinvolto Chiara Ferragni, descritta più volte e anche in questa occasione come «una sua amica» e il vento che sta, sotto molti aspetti, cambiando. «Neanche per il mostro di Firenze gli italiani si indignavano così come ora online», afferma. «Le grandi cattiverie le vedo scritte da chi avrebbe voluto diventare influencer e non c’è riuscito. Non è una posto da raccomandazione la Rete, alla fine è democratica. Arrivi se piaci». Il suo debutto sui social risale a parecchio tempo fa, ma «avevo già 40 anni», spiega Fogazzi e «lavoravo tutto il giorno in una cabina estetica. E non c’era – continua – certo un fotografo a farmi le foto, se scorri indietro nel mio feed trovi delle immagini agghiaccianti».


«La disuguaglianza è sempre esistita»

Per l’imprenditrice «la disuguaglianza è sempre esistita. Quando facevo il liceo – racconta – i miei compagni di classe erano ricchi e io no. Mio padre aveva avuto un disastro finanziario. Ho provato a fare l’università ma ho dovuto lasciarla». La sua chance? Il centro estetico a Milano, aperto con il mutuo. E, soprattutto, le bende drenanti che «hanno fatto esplodere l’e-commerce» descritte come «l’innesco di un sacco di cose». E anche una spinta verso la vittoria. A scuola era la «figlia di divorziati». Col tempo «ha fatto pace» con i suoi genitori: «Sono gli stessi che hai odiato con tutta te stessa da adolescente e poi li vedi malconci e ti si spacca il cuore. E preferiresti – afferma – che avessero ancora la forza per farsi odiare. Ma non ce l’hanno più e sopraggiunge un’infinita tenerezza». A 34 anni, l’età in cui sui mamma si è separata, è arrivato il cosiddetto switch: «Mi sono chiesta: “Ma io, adesso, se mi capitasse quello che è capitato a lei, come reagirei?”. Neppure la psicoterapia esisteva, io l’ho fatto per 15 anni, lei no», dice. Per questo, «mi sento fortunata ad essermi potuta prendere cura di loro». E, infine, alla domanda della giornalista sul sassolino dalla scarpa da togliere, l’imprenditrice risponde: «Sono sicura che se fossi un uomo, con i numeri che fa la mia azienda, sarei considerato un genio dell’imprenditoria. Invece resto l’Estetista Cinica».


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