Il Liceo Visconti e la “lista delle conquiste”. La lettera: «La sospensione dei ragazzi? Meglio impegnarli in azioni di volontariato»

Il parere di Cristian Romaniello, psicologo ed ex deputato, che a Open scrive: «Si tratta di una forte violazione della dignità e del rispetto. Serve un ravvedimento operoso»

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Cristian Romaniello, psicologo ed ex deputato, in merito ai fatti accaduti al Liceo Visconti di Roma, dove è stato affisso da parte di alcuni maturandi sul muro di una classe una “lista delle conquiste”, ovvero nomi di ragazze che gli studenti dicevano di aver baciato.


Gentile Direttore,


Questa mattina, nel corso della presentazione del manuale sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole primarie e secondarie in Senato, grazie alla segnalazione del Senatore Sensi, ho letto il vostro interessante articolo riguardante l’increscioso episodio avvenuto al Liceo Visconti di Roma.
Dalla lettura dell’articolo, mi è venuto spontaneo soffermarmi sul contenuto di questo brutto fatto e sulle conseguenze disciplinari ad esso legate.

Mi unisco al sentimento di disapprovazione, che sarà unanime, per l’episodio che ha visto alcuni maturandi affiggere una “lista delle conquiste” con nomi di ragazze che sostenevano di aver baciato. Questo atto rappresenta una forte violazione della dignità e del rispetto dovuto a ogni individuo e non può essere sottovalutato.

Ritengo però che sia necessaria una riflessione più profonda sulle modalità con cui si decide di rispondere a tali comportamenti. La sospensione di 15 giorni, come previsto dal regolamento scolastico, rischia di configurarsi come un bonus dalla frequenza scolastica, senza offrire un reale insegnamento. Anche la bocciatura, pur essendo una misura severa, appare come un atto punitivo piuttosto che educativo, potenzialmente esacerbando i sentimenti negativi e l’alienazione degli studenti coinvolti.

Penso che, invece, sarebbe più costruttivo adottare un approccio basato sulla comprensione e sul “ravvedimento operoso”. Perché, mi chiedo, non prevedere che gli studenti responsabili si impegnino formalmente in attività di volontariato, magari in ambiti legati alla sensibilizzazione sul rispetto e sulla parità di genere? Questo tipo di intervento non solo aiuterebbe i giovani a comprendere meglio le conseguenze delle loro azioni, ma favorirebbe anche la loro crescita personale, sviluppando empatia e senso di responsabilità.

La scuola ha un ruolo fondamentale non solo nell’educazione accademica, ma anche nella formazione umana e civica. È essenziale che le misure disciplinari promuovano una presa di coscienza e contribuiscano allo sviluppo di consapevolezze. Non sarebbe meglio un aumento delle ore da passare a scuola, in luogo di una riduzione o sospensione?

Spero che questo episodio possa servire da stimolo per una revisione delle pratiche disciplinari, orientandole verso interventi che abbiano una reale finalità educativa e che favoriscano una crescita personale e collettiva.

Cordialmente,

Cristian Romaniello

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