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Il ritorno di Robert Fico dopo l’attentato: «Atto di un pazzo? No, frutto dell’odio di Ue, media e Soros per i nostri no sull’Ucraina» – Il video

05 Giugno 2024 - 19:00 Simone Disegni
Il premier slovacco ricompare in un video tre settimane dopo l'attacco a Handlova: «Era prevedibile, l'opposizione ha soffiato sul fuoco delle divisioni»

A tre settimane esatte dall’attentato di cui fu vittima nella cittadina di Handlova, torna a comparire in pubblico il premier slovacco Robert Fico. Lo fa in un lungo video registrato dall’ospedale di Bratislava dove è ora in cura, dopo che sono stati i medici di Banska Bystrica a salvargli la vita subito dopo l’attentato e a sottoporlo ai primi delicati interventi. Fico appare ora in buona forma, seduto alla scrivania in camicia, anche se fa sapere che l’attacco subito gli ha provocato «seri danni, molto dolore e sofferenza» e reso necessarie «ripetuti interventi chirurgici». Su questo il premier non intende aggiungere di più. Perché è ad altro che è dedicato il cuore del suo intervento: a smascherare quella che secondo lui è la vera matrice dietro l’attentato del 15 maggio. «È tempo ora per me di compere la prima mossa, e questa è quella del perdono», dice Fico a chi lo ascolta – il video è registrato in slovacco, ma con sottotitoli in inglese a beneficio del mondo rimasto sotto shock per i fatti di Handlova. «Non provo odio per l’estraneo che mi ha sparato: non prenderò azioni legali contro di lui né gli chiederò i danni». Una prova di pietà per il 71enne Juraj Cintula funzionale però al vero affondo politico di Fico. Quello subito tre settimane fa, accusa, «non è stato l’attacco di un pazzo» isolato. Piuttosto, il punto d’arrivo perfettamente prevedibile, a suo dire, di una campagna d’odio e delegittimazione condotta per anni dall’opposizione slovacca, «coperta e tollerata da influenti media», oltre che da organizzazioni della società civile finanziate dall’estero, in particolare quelle legate al circuito di George Soros. Torna, insomma, lo spettro del complotto di una presunta «internazionale liberal» contro un leader sovranista o comunque “fuori dagli schemi”.

Un complotto per la linea anti-Ucraina?

Secondo Fico, la ragione primaria dell’«aggressione» politico-culturale lanciata verso di lui e il suo Smer – tornato al potere dopo tre anni lo scorso autunno – sarebbe fin troppo chiara: la sua linea eterodossa sull’Ucraina. «Un piccolo Paese come la Slovacchia non può difendersi da solo: per questo ci muoviamo nell’alveo dell’Ue e della Nato, ma con una politica estera indipendente che guarda “ai quattro angoli del mondo”», ricorda il premier di Bratislava. Che sull’Ucraina s’è mosso nei mesi scorsi su una linea non dissimile da quella percorsa dal leader ungherese Viktor Orban: «Abbiamo detto no alla cessione all’Ucraina di aiuti militari proveniente dai nostri arsenali, e messo in chiaro la nostra preferenza per la pace rispetto alla guerra». E per questo, secondo Fico, il suo Smer sarebbe finito nel mirino dei “poteri forti” internazionali: «È un’osservazione cruciale, ma il diritto a un’opinione difende ha cessato di esistere nell’Ue», attacca il premier in riabilitazione. A quest’agenda si sarebbe dunque prestata l’opposizione slovacca, «totalmente sottomessa agli interessi dei Paesi più grandi» e mossa da «odio e aggressività». Che ai toni alti in politica avrebbe presto alternato vere e proprie minacce all’incolumità dei leader del partito al governo.

Il rischio di nuovi atti violenti

Per questo, secondo Fico, l’attentato ai suoi danni era nell’aria, più che prevedibile. «Poche settimane avevo raccomandato ai ministri di evitare situazioni di folla», svela. Di più, sul finire del video Fico prevede tetro che se il clima non cambierà «l’orrore che avete visto praticamente in diretta il 15 maggio mieterà altre vittime, non ne dubito per un istante». Mentre si prepara a lasciare l’ospedale e tornare gradualmente ai suoi impegni pubblici – «sarà poco meno che un miracolo, ma tornerò tra poche settimane», annuncia – conclude comunque il messaggio diffuso a pochi giorni dalle elezioni europee lasciando aperto uno spiraglio alla costruzione di un altro clima: «Sono convinto che la società si calmerà e che ci incontreremo presto in modo pacifico e significativo. Stringiamo le dita».

Il video integrale

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