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Viterbo, scopre la figlia 16enne a dormire con lo zio: 40enne scaraventa il fratello giù dal balcone

05 Giugno 2024 - 19:39 Massimo Ferraro
A nulla sono valse le rassicurazioni della adolescente: il padre ha minacciato anche lei e dopo l'ennesima aggressione è stato denunciato

Prima la furia contro il fratello, scaraventato giù dal balcone, poi le aggressioni e le minacce alla figlia, rea di aver dormito con lo zio dopo una lite con il padre. Un 40enne di Calcata, piccolo comune in provincia di Viterbo, è stato denunciato dalla polizia per tentato omicidio e lesioni e il sostituto procuratore Gabriella Fazi ha chiesto al gip di convalidare l’arresto. Diverse ancora le cose da chiarire, dai primi racconti sarebbe emerso il ritratto di un uomo violento e incline all’ira. Stando a quanto emerso finora, lo scorso 25 maggio l’uomo sarebbe tornato a casa, un appartamento nel caratteristico borgo eretto sulla montagna di tufo, e avrebbe trovato il fratello addormentato nel letto della figlia 16enne. Vestito e con le scarpe allacciate, lo zio dell’adolescente ha negato qualsiasi coinvolgimento intimo con la nipote, la quale ha provato a tranquillizzare il padre. Ma il 40enne si è avventato sul fratello, lo ha colpito con un calcio e l’uomo è volato giù dal balcone, che in quel momento era sprovvisto di ringhiera a causa dei lavori di ristrutturazione. «Sei un verme», gli avrebbe poi urlato, gettandogli i bigattini usati come esca nella pesca. Sono stati i vicini a chiamare i soccorsi, dopo aver sentito le urla dei due uomini, e lo zio è stato trasportato al Sant’Andrea di Roma con una «frattura da scoppio calcaneare destro e sinistro» e una prognosi di 39 giorni. Sarebbe potuta finire lì, perché la vittima non ha denunciato né spiegato l’origine della caduta. Ma il padre della 16enne, secondo quanto hanno raccolto gli investigatori in questa fase di indagine, ha continuato a insultare e minacciare la figlia. L’avrebbe anche seguita su un autobus e importunata, puntandole una lametta alla gola dalle parti di Saxa Rubra. Poi un messaggio ai parenti e la polizia che è stata allertata. E ha ricostruito la vicenda, a partire dal ricovero dello zio della vittima. Così è scattato il fermo e ora il 40enne si trova a Rebibbia in attesa della convalida.

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