Quello che non torna nella storia degli 007 e dell’auto di Andrea Giambruno sotto casa di Meloni
Sulla storia dell’indagine degli 007 sull’auto di Andrea Giambruno parcheggiata sotto casa di Giorgia Meloni c’è un indiziato. Si tratta di un uomo che ha precedenti per ricettazione ed è stato identificato come una delle due persone che si trovavano vicino alla Porsche dell’ex compagno della premier. Ma l’uomo, che attualmente non risulta indagato, ha negato tutto. Intanto, scrive oggi Il Fatto Quotidiano, la poliziotta che ha fermato i due uomini e li ha lasciati andare dopo che hanno mostrato un tesserino non fa più parte della scorta di Meloni. L’Aisi ha scagionato due uomini dei servizi segreti che avevano chiesto di essere esentati dal lavoro della scorta e avevano avuto incomprensioni con la premier. Ricostruendo gli spostamenti dalle celle telefoniche i due risultavano da un’altra parte quella notte.
Il telefonino e le celle
Mentre la stessa indagine ha permesso di collocare il telefonino di un ricettatore. Ovvero una persona che avrebbe avuto la disponibilità della Mercedes sulla quale la poliziotta sostiene di aver visto andare via i due. Secondo alcuni l’uomo, ascoltato dalla polizia, avrebbe ammesso che era lì per rubare le gomme dell’auto. Secondo altri invece non avrebbe ammesso nulla se non la sua presenza in zona. E non avrebbe nemmeno detto il nome della persona che era con lui. I due non possono essere indagati per tentato furto. Per questo la storia va verso l’archiviazione. Ma potrebbero essere indagati per la dichiarazione di falsa identità resa alla poliziotta. In questa storia tante cose non tornano. Chissà se alla fine dell’indagine verrà almeno fatta chiarezza.
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