Stipendi chiari prima del colloquio, parità di genere e Garanzia giovani: le iniziative Ue per orientarsi nel mondo del lavoro – Il video
Troppo spesso ci si presenta a un colloquio di lavoro senza sapere quale sia la retribuzione che l’azienda intende proporre. Una prassi infelice che rischia di generare frustrazione e spreco di tempo sia per i candidati che per i datori di lavoro. Per sanare questa dinamica, è intervenuta l’Unione europea che ha deciso di imporre maggiore trasparenza negli annunci di lavoro. Con la direttiva n.970 del 2023, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Ue hanno introdotto nuove misure per migliorare la trasparenza salariale e combattere le disparità retributive di genere. Un provvedimento che si applica ai datori di lavoro sia del settore pubblico che privato, ai lavoratori con contratto e ai candidati in cerca di occupazione.
Negli anni, l’Ue ha implementato diverse misure nel campo del lavoro, tra cui il potenziamento finanziario del programma Garanzia Giovani. Prima della pandemia da Covid-19, questo programma aveva significativamente ridotto il numero di giovani Neet (non occupati né in istruzione o formazione) nell’Ue, portando la disoccupazione giovanile al minimo storico del 14,9% nel febbraio 2020. Grazie a questa iniziativa, oltre 24 milioni di giovani hanno ricevuto offerte di lavoro, formazione, apprendistati o tirocini. La Garanzia Giovani rafforzata è sostenuta da importanti finanziamenti nell’ambito del NextGenerationEU e del bilancio a lungo termine dell’Ue. Successivamente, è stata integrata nel Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) per il periodo 2021-2027, con un’attenzione particolare all’occupazione giovanile. Gli Stati membri devono destinare una parte significativa delle risorse dell’FSE+ a sostegno dei giovani Neet.
Annunci di lavoro: i diritti del candidato
Per quanto riguarda la direttiva dell’Ue sulla trasparenza retributiva, i candidati hanno il diritto di ricevere informazioni sullo stipendio iniziale o sulla fascia salariale relativa alla posizione offerta prima del colloquio di lavoro. Queste informazioni devono essere basate su criteri oggettivi e neutri dal punto di vista del genere. E il datore di lavoro non può richiedere ai candidati informazioni sullo stipendio attuale o passato. I lavoratori sono, inoltre, legittimati a chiedere e ricevere per iscritto informazioni sui livelli salariali medi, ripartiti per genere, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro.
Gender pay gap
La direttiva mira a ridurre il divario retributivo di genere attraverso una serie di misure. Le aziende con più di 250 dipendenti devono segnalare all’autorità nazionale competente, entro il 7 giugno 2027 e poi ogni anno, il gender pay gap presente. Se il divario supera il 5% e non è giustificato da criteri oggettivi, l’azienda deve condurre una valutazione congiunta delle retribuzioni insieme ai rappresentanti dei lavoratori. Lo stesso si applica alle imprese con 150-249 dipendenti, ma la segnalazione è richiesta ogni tre anni. Per le aziende con 100-149 dipendenti, il report è richiesto entro il 7 giugno 2031 e successivamente ogni tre anni. Le imprese con meno di 100 dipendenti possono fornire queste informazioni su base volontaria, ma gli Stati membri possono imporre, attraverso leggi nazionali, di fornire tali dati. Queste informazioni, inoltre, devono essere disponibili – su eventuale richiesta – per tutti i lavoratori dell’impresa, i loro rappresentanti e l’ispettorato del lavoro. E l’onere della prova incombe sul datore di lavoro, che deve dimostrare di non aver violato le norme sulla parità retributiva. I dipendenti soggetti a discriminazioni salariali hanno diritto a un risarcimento completo delle retribuzioni arretrate e dei relativi bonus.
Apprendistato, tirocini, formazione: cosa offre la Garanzia Giovani
Tra le varie iniziative europee volte a sostenere l’inserimento lavorativo e contrastare la disoccupazione giovanile, vi è la Garanzia Giovani rafforzata, che rappresenta un impegno significativo concordato da tutti gli Stati membri. Essa mira a fornire ai giovani offerte di lavoro, formazione continua, apprendistati o tirocini entro quattro mesi dalla disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione o formazione. Gestita dall’Anpal in Italia, è principalmente attuata dalle Regioni e si rivolge ai giovani Neet tra i 15 e i 29 anni, estendendosi fino ai 34 anni in alcune regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). Una scelta, quest’ultima, motivata dalla considerazione dei fattori che rendono più complesso l’inserimento lavorativo, come le differenze territoriali, demografiche, familiari e individuali.
Nello specifico, la Garanzia Giovani prevede:
- Orientamento: il primo passo è un colloquio conoscitivo per individuare il percorso di inserimento personalizzato in base alle caratteristiche individuali, formative e professionali. È possibile prenotarlo presso un centro per l’impiego della propria regione.
- Formazione: percorsi formativi specifici mirati all’inserimento lavorativo o al reinserimento nel mercato del lavoro.
- Apprendistato, tirocini retribuiti e servizio civile.
- Supporto all’autoimprenditorialità: formazione, assistenza nella stesura di progetti imprenditoriali e supporto alla creazione di startup.
- Mobilità professionale: sostegno ai giovani che desiderano lavorare in altre regioni o paesi dell’Ue, con copertura dei costi di viaggio e alloggio per un periodo fino a sei mesi.
Per usufruire di queste opportunità è sufficiente rivolgersi ai centri per l’impiego della propria regione.
Questa è la settima puntata della rubrica L’Europa fa per te. La rubrica è parte di EUtopia, un progetto di Open in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione europea e del Parlamento europeo.
Montaggio video di Alessandra Mancini