Europee, Tajani: «I Conservatori Ue alleati affidabili, i Verdi no». Armi a Kiev? «L’Italia fornirà una nuova batteria Samp-T» – L’intervista

Il vicepremier e segretario di Forza Italia, alla vigilia del voto, parla a Open delle possibili maggioranze all’Europarlamento: «Le Pen? Non possiamo stare con chi è contro l’Europa»

Quando il 12 giugno di un anno fa moriva Silvio Berlusconi, all’ospedale San Raffaele, in pochi credevano che la sua creatura politica sarebbe sopravvissuta. Sulle casse di Forza Italia pesavano quasi 100 milioni di euro di debiti e non era ancora chiaro se gli eredi del Cavaliere avrebbero continuato a fornire le garanzie economiche per andare avanti. Con la sorpresa di molti, i figli di Berlusconi – in primis Marina -, hanno deciso di tenere vivo il partito del padre che, lo scorso 26 gennaio, ha festeggiato i 30 anni dalla fondazione. Si sono affidati alla guida di Antonio Tajani: il vicepremier e ministro degli Esteri ha svolto prima una funzione di reggente, poi è stato consacrato segretario dal congresso.


Nel frattempo, Forza Italia ha riscritto il suo statuto, ha iniziato un rinnovamento della classe dirigente, dando spazio ai giovani, ed è risultata vincente a diversi appuntamenti elettorali. Nei territori, il sorpasso sulla Lega ha creato non pochi problemi di tenuta interna a Matteo Salvini. Tajani ha registrato anche l’ingresso di molti amministratori locali provenienti da altri partiti. Adesso, alla vigilia delle elezioni europee, il segretario azzurro è pronto a confrontarsi nella prima tornata che coinvolge tutti gli elettori italiani. Intervistato da Open, affronta il tema delle possibili maggioranze all’Europarlamento: «Marine Le Pen? Non possiamo stare con chi è contro l’Europa». «I Conservatori sono alleati affidabili, i Verdi no perché sconfinano nel fondamentalismo».


Solo un anno fa, dopo la morte di Berlusconi, in tanti avrebbero scommesso sulla fine di Forza Italia, anche per una ragione di sostenibilità economica del partito. Adesso, sondaggi alla mano, puntate addirittura al sorpasso sulla Lega. Qual è la chiave della rinascita di Forza Italia?

«Sembrava impossibile, ma noi di Forza Italia sappiamo quali sono i punti di forza del nostro movimento: innanzitutto la visione del fondatore, Silvio Berlusconi, che ha posizionato politicamente il partito, ha creato una classe dirigente e una struttura che ha saputo consolidarsi e sopravvivere anche alla sua scomparsa. Altro elemento: la forte presenza di Forza Italia sui territori. Abbiamo la guida diretta di cinque regioni, abbiamo centinaia di consiglieri regionali, sindaci, consiglieri comunali, ovvero una classe che è in contatto continuo con i cittadini, con i problemi delle nostre comunità. Ancora: in questa fase di profonda confusione Forza Italia ha saputo interpretare le aspirazioni degli elettori moderati, che chiedono scelte politiche concrete, che ne hanno abbastanza di prestigiatori e clown della politica».

Sul suo account X, il post che nelle ultime settimane ha registrato più consensi è quello in cui prendete le distanze dalla Lega, in solidarietà a Sergio Mattarella. Condivide la frase del presidente sulla «consacrazione della sovranità dell’Ue»?

«Ho difeso il presidente della Repubblica perché era sbagliato e inopportuno chiederne addirittura le dimissioni, e poi il 2 Giugno. E di sicuro condivido pienamente il suo discorso sulla sovranità: quella italiana rimane forte, ed è arricchita e allargata da quella europea. Noi siamo italiani ed europei insieme, e questo ci salva in un mondo sempre più competitivo».

Stando ai sondaggi, il partito di Le Pen potrebbe essere il più votato in Europa l’8 e il 9 giugno. Da vicepresidente del Ppe, manterrà in ogni caso il veto a formare una maggioranza che includa il Rassemblement National?

«Vedremo se sarà il più votato. Ma quello che mi interessa sono le loro posizioni: hanno abbandonato l’idea di mettere nel congelatore la Nato? Hanno rinunciato a remare contro l’Unione europea, scegliendo di criticare di continuo il percorso della nostra unità? Hanno abbandonato i toni tendenzialmente xenofobi che quel gruppo ha sfoggiato per anni? Non possiamo fare alleanze in Europa con chi è contro l’Europa».

Cosa pensa delle resistenze di una parte del Ppe a trattare con Ecr?

«I Conservatori sono stati uno dei gruppi politici, assieme a Popolari e Liberali, che nel 2017 hanno deciso la mia elezione a presidente del Parlamento europeo. La diversità delle posizioni nazionali nel Ppe fa si che qualcuno possa essere perplesso sulle loro posizioni politiche, ma io credo siano un alleato affidabile in Europa».

Un’altra maggioranza possibile potrebbe includere i Verdi che hanno collaborato su molti temi nella scorsa legislatura, ma i rapporti col Ppe e in particolare con Cdu/Csu sono pessimi. Cosa ne pensa?

«I Verdi non sono l’alleato ideale, le loro posizioni spesso sconfinano nel fondamentalismo. Difficilmente gestibile».

Pensa che sia necessario o comunque possibile modificare le regole del nuovo patto di stabilità europeo?

«Penso che dovremo discuterne ancora, rinvio l’esame ai prossimi mesi, sarà un tema centrale nella formazione della nuova Commissione».

Parlando del suo lavoro alla Farnesina, l’escalation militare nel conflitto russo-ucraino non si arresta: aumentano le possibilità dell’uso di armi occidentali per colpire il territorio di Mosca. Crede che le armi italiane non debbano essere usate per quel fine? E come è possibile evitarlo?

«Al momento non c’è una vera escalation: c’è una azione militare russa incessante e spietata, che da mesi colpisce le città e non le strutture militari dell’Ucraina. Il dibattito sull’uso delle armi occidentali in territorio russo è diretto proprio a questo, a evitare una escalation. Ma l’Italia non può permettere che l’Ucraina crolli, e per questo abbiamo deciso di fornire una nuova batteria di difesa aerea Samp-T, uno strumento per difendere le città».

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