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La rivelazione di Conte: «Sgarbi mi manda insulti su Whatsapp». Cosa scriveva sui social l’ex sottosegretario

07 Giugno 2024 - 22:15 Ugo Milano
Vittorio Sgarbi e Giuseppe Conte
Vittorio Sgarbi e Giuseppe Conte
Dopo le dimissioni dal governo, Sgarbi si sarebbe procurato il numero dell'ex premier per ricoprirlo sistematicamente di insulti in chat

Nel comizio di chiusura a Palermo per le Europee, il leader del M5s Giuseppe Conte ha rivelato che l’ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi praticamente lo perseguita in chat. Tra i due i rapporti non sono mai stati idilliaci. Basta scorrere i canali social dello stesso Sgarbi per avere la conferma plastica di quanto il critico d’arte, candidato alle Europee per Fratelli d’Italia, non abbia un briciolo di stima per l’ex premier. Conte dal palco di Palermo lo ha confermato, rivelando un retroscena finora inedito: «Abbiamo fatto dimettere Vittorio Sgarbi e Meloni che fa? Lo candida alle Europee – dice Conte – Sgarbi si è procurato il numero del mio cellulare e mi manda gli insulti per Whatsapp. Caro Vittorio Sgarbi non ce l’abbiamo con te – insiste l’ex premier – non ci interessano le singole persone, ma le istituzioni e la disciplina. Vai a fare i tuoi commerci ma lascia stare le istituzioni pubbliche».

L’attacco sui social di Vittorio Sgarbi

Proprio a Conte, l’ex sottosegretario aveva dedicato lo scorso 24 maggio un lungo post su X in cui lo descriveva con termini tutt’altro che lusinghieri: «Giuseppe Conte rappresenta nel panorama politico italiano il parassitismo più disastroso e cinico che fa leva sui disagi della povera gente – scrive Sgarbi – È un pittoresco personaggio senza idee che fonda il suo consenso sull’odio sociale e sull’elargizione indiscriminata di bonus e super bonus che lo consegneranno alla storia come l’uomo che ha creato il più profondo buco di bilancio nelle casse dello Stato». Poi Sgarbi aggiunge: «C’è nell’agire di questo prodigioso dandy di Volturara Appula un cinismo davvero deplorevole: lui, uomo che da avvocato ha prestato i propri servizi alle banche e alle multinazionali, oggi recita il ruolo di capopopolo inseguendo adesso il consenso di quella a povera gente che di quelle banche e multinazionali è un obiettivo di speculazioni. Il solo ricatto è quello del suo partito di miracolati e disperati (votateci se volete il reddito di cittadinanza) che promettono soldi senza lavorare. È destinato a sparire. E anche presto».

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