I sospetti sul tappeto in casa di Impagnatiello, perché le nuove analisi possono dimostrare la premeditazione
Dopo che Alessandro Impagnatiello confessò di aver la sua compagna, Giulia Tramontano, al
settimo mese di gravidanza, con 37 coltellate, raccontò anche cosa accadde nell’abitazione della donna a Senago, nel Milanese, quel 27 maggio del 2023. Nello specifico, dovette spiegare – tra le altre cose – perché il tappeto solitamente presente nella sala dove Giulia è stata uccisa era stato spostato. L’uomo rispose che lo aveva lavato nella lavatrice poco dopo. Ma la Procura non ci ha creduto: per questo ha chiesto e ottenuto di poter eseguire un esperimento giudiziale sia sul tappeto che sulla lavatrice. E questo per capire se, al contrario di quanto ha dichiarato, l’omicida ha spostato il tappeto prima, e non dopo, il delitto. Dettaglio che dimostrerebbe che aveva premeditato tutto.
L’obiettivo della Procura
Il sopralluogo dei Carabinieri nell’abitazione di Giulia è avvenuto oggi, 7 giugno, su richiesta della Corte d’Assise di Milano. Adesso è tutto pronto per un eventuale esperimento giudiziale, per verificare se il lavaggio di cui ha parlato Impagnatiello abbia effettivamente avuto luogo. Il tappeto sopracitato è stato al centro dell’interrogatorio fatto in aula dal pm Alessia Menegazzo all’ex barman. Nello specifico, è stato chiesto come fosse possibile che non presentasse alcuna traccia di sangue. Impagnatiello rispose che quella sera «non era presente perché il giorno prima o il giorno stesso Giulia lo aveva lavato ed era steso in balcone».
Il racconto
La madre della vittima, sentendo questa ricostruzione, si è alzata in piedi e ha scosso la testa. Impagnatiello ha proseguito: «Il tappeto è stato riposizionato da me dopo aver pulito. L’ho messo quando ho ricostruito l’appartamento e riordinato». Gli è stato dunque chiesto se il tappeto, dopo l’omicidio, fosse asciutto. E il 31enne ha risposto: «Quella notte sono venuto a conoscenza che c’è stata una pioggia incessante. Il tappeto sarà stato probabilmente umido, ma non era fradicio o gocciolante». Davanti alla Corte d’Assise, Impagnatiello ha inoltre dichiarato: «Ho somministrato il veleno per topi a Giulia mentre dormiva, qualche chicco, per due volte nella prima metà di maggio. Ma non per farle del male, ma per provocare un aborto».
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