Massa Carrara, pagava le alunne in cambio di «giochi erotici»: arrestato prof delle medie

L’insegnante proponeva un tariffario alle allieve ed è stato accusato di abuso sessuale e detenzione di materiale pedopornografico

Un insegnante delle scuole primarie è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver pagato bambine e ragazze minorenni in cambio di rapporti sessuali e per detenzione di materiale pedopornografico. L’uomo, che ha insegnato in varie scuole elementari e medie di Massa Carrara (Toscana), era stato sospeso dalle sue funzioni di docente già prima dell’arresto, in seguito a gravi sospetti che pendevano su di lui. Le prime indagini ipotizzano la presenza di comportamenti pedofili. Tutto è partito dalla denuncia presentata da una madre, dopo che sua figlia le ha rivelato di alcuni incontri sospetti avvenuti in casa del professore, presumibilmente dopo l’orario scolastico. Le autorità hanno così avviato nell’immediato un’indagine, ascoltando anche altre presunte vittime alla presenza di uno psicologo.


Il tariffario

La procura ha quindi fatto eseguire una perquisizione in casa dell’insegnante, durante la quale sono stati trovati diversi elementi compromettenti nel cellulari del docente, che ha portato anche all’individuazione di altre presunte vittime coinvolte. Il bottino degli inquirenti comprende foto e video espliciti che hanno permesso di formulare l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Si ipotizza che l’uomo abbia adescato le bambine, tutte sue alunne minorenni sia delle medie che più piccole, offrendo «divertimento e denaro» in cambio di «giochini erotici», che data l’età delle vittime si configurano come un abuso. L’uomo, che avrebbe coinvolto decine di minori in questo giro, pare che avesse anche una sorta di tariffario: a seconda della attività che concedevano le allieve, offriva un compenso specifico. Tra queste vi erano, ad esempio, l’uso dello smalto, l’indossare determinati indumenti intimi o il permettere riprese video. Tutto materiale finito nel fascicolo di indagine che ha portato il giudice a mettere l’insegnante in carcere come come custodia cautelare.


Leggi anche: