Natisone, il telefono di Patrizia Cormos funziona ancora: «Lì la verità sui soccorsi»
L’iPhone di Patrizia Cormos è rimasto sepolto per ore nelle acque del fiume Natisone, ma funziona ancora. Era ancora acceso nella borsetta quando i soccorritori l’hanno ritrovato. E ora potrebbe essere decisivo nell’indagine sulla strage in cui hanno perso la vita anche Bianca Doros e Cristian Molnar. Il telefono potrebbe servire a ricostruire cosa è successo il 31 maggio scorso a Premieracco. La procura di Udine indaga per omicidio colposo. Una volta sbloccato dai tecnici, il telefonino verrà analizzato e verranno archiviati foto, filmati e telefonate. La ragazza ha effettuato quattro chiamate. La prima alle 13,29, di breve durata. La seconda a vuoto. La terza e la quarta sono state più lunghe e su queste si concentra l’attenzione degli inquirenti.
Leggi anche:
- Il tentativo disperato del vigile del fuoco di salvare i tre ragazzi abbracciati nel Natisone: cosa è successo – Il video
- La strage del Natisone e il giallo delle telefonate ai soccorsi: «Mezz’ora dalla prima alla tragedia»
- Tragedia Natisone, la Procura indaga per omicidio colposo. La madre di Patrizia: «Invece di fare video potevano salvarla»