La fuga dai seggi di 200 presidenti a Bari, caccia agli scrutatori a Palermo. Polemiche a Roma: rischio caos prima del voto

A scatenare l’ondata di rinunce sarebbe il basso compenso previsto per chi deve presiedere i seggi

Dopo il caso di Palermo, dove si è registrata una valanga di rinunce tra gli scrutatori sorteggiati – 1.700 i “no” su 2.400 estratti -, anche a Bari gli uffici comunali hanno dovuto rispondere alla poca appetibilità degli incarichi elettorali. L’Ansa scrive che nel capoluogo pugliese, su 346 presidenti di seggio individuati, in 200 si sono ritirati. La questione, qui come in Sicilia, sarebbe squisitamente economica: per i presidenti di seggio la retribuzione è pari a 246,50 euro, mentre per segretari e scrutatori ammonta a 188 euro. Ad ogni modo, l’agenzia di stampa fa sapere che gli uffici comunali di Bari sono riusciti a individuare i sostituti necessari per sopperire al forfait dei 200 presidenti. Nel capoluogo pugliese il carico di lavoro per presidenti e scrutatori, domenica 9 e lunedì 10 giugno, sarà maggiore rispetto a buona parte degli altri Comuni: a Bari si vota anche per eleggere sindaco e consiglieri comunali, in uno spoglio che non finirà prima della serata di lunedì.


Roma e le falle informatiche

Diverse le difficoltà nella costituzione dei seggi, a Roma. A segnalarle è Antonio De Santis, capogruppo della Lista civica Raggi nell’Assemblea capitolina. «A poche ore dall’apertura dei seggi elettorali, il sistema messo in piedi dall’amministrazione Gualtieri è in grave crisi. Dopo l’umiliazione di ieri – 7 giugno – ai dipendenti costretti a una lunga e inspiegabile fila sotto il sole in Via Petroselli, oggi a essere in affanno è il sistema informatico comunale per l’inserimento dei dati. Per non parlare delle difficoltà a surrogare i presidenti dei seggi. Lo spettacolo che vediamo in queste ore dimostra tutta la fragilità di un’amministrazione che, non dialogando, o limitandosi sempre e comunque ad accusare i predecessori, mette in luce tutti i propri limiti».


L’attacco di De Santis è politico ed è rivolto al sindaco del Partito democratico. Invece, il consigliere municipale di Fratelli d’Italia, Marco Palma, sviluppa una fotografia di come sia mutato, negli anni, l’interesse dei giovani verso l’incarico di scrutatore. «È un mondo che è cambiato e i ragazzi fuori le scuole in attesa che il presidente di seggio di turno esca dal plesso e chiami il numero di scrutatori che gli servono per aprire il seggio è ormai una storia da archiviare. A via Cruto come a Via Solidati Tiburzi al Portuense la situazione è la stessa e, se possibile, ancora più grave. Se a Marconi mancano gli scrutatori al Portuense anche i presidenti di seggio. È un sistema che deve essere rinnovato, partendo dalle retribuzioni. Troppe ore e orari complicati per i rimborsi previsti. Inoltre occorre formare le persone per tempo, riconoscendo premialità di diversa natura. Non ultimo il rispetto per la cosa più bella che un cittadino può avere: la democrazia attraverso il voto».

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