Muhammed Lamin Camara, scomparso a 5 anni in Valle d’Aosta: «È stato rapito dalla madre»

Lei avrebbe l’intenzione di scappare in Francia. L’allarme degli zii

Muhammed Lamin Camara è un bambino di 5 anni che viveva fino a poco tempo fa in Valle d’Aosta. Da giovedì pomeriggio è scomparso. La polizia lo cerca da giovedì 6 giugno, quando la madre Fatoumatta Ceesay, 29 anni, lo ha portato via. Molto probabilmente a Torino. Ma con l’intenzione di scappare in Francia. Il bambino doveva tornare il primo pomeriggio alle 14,30, dopo aver passato tre ore con la madre a partire dalle 11,30. Ma i due non si sono presentati all’appuntamento con gli zii, ovvero Valery e il marito. La polizia attraverso la ricerca delle celle telefoniche ha individuato il cellulare della donna nell’area del capoluogo piemontese. Intanto nella casa assegnatale dai servizi sociali non c’è traccia della madre e del bambino.


Il bambino

«A partire da fine marzo 2023 la situazione è seguita da una équipe multidisciplinare composta da educatore, assistente sociale, psicologo e mediatore interculturale, su mandato del Tribunale dei minori. Ad aprile i giudici hanno disposto la collocazione del bambino agli zii materni e l’attivazione di visite protette e non ha previsto la sospensione della responsabilità genitoriale in capo alla madre», ha fatto sapere l’assessorato regionale alla sanità secondo quanto riporta La Stampa. E ancora: «A partire dal mese di marzo il Tribunale per i minorenni ha disposto una graduale liberalizzazione degli incontri tra il bambino e la madre. Gli incontri erano attualmente accompagnati da un educatore sia all’inizio sia al termine degli stessi».


La madre

Muhammed compirà 5 anni ad agosto. Il padre si trova in Africa: «Non sappiamo dove sia e mio cognato a Torino chissà dov’è», dice la zia Valery. «C’è stato anche un ricovero sociale per due settimane, nostro nipote aveva bisogno di cure, era… trascurato, insomma». La sottrazione è avvenuta durante un incontro libero stabilito dal tribunale: «Stavano da soli per un quarto d’ora o poco più, magari per andare al parco giochi. E noi avevamo manifestato quella volontà della mamma di andarsene. In Francia ha un compagno e vuole raggiungerlo. E siccome il bimbo si mostrava turbato quando stava con la mamma, piangeva e voleva andarsene, noi non volevamo che quegli incontri in autonomia, senza educatore, diventassero sempre più lunghi. Forse la mamma è stata aiutata, perché sa poco l’italiano e aveva preparato i bagagli per la fuga. Nell’alloggio non c’è più nulla».

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