Noa Argamani è libera, la 25enne rapita al rave da Hamas simbolo degli ostaggi: la cattura e il dramma della madre morta prima di rivederla – I video

C’è la 25enne Noa Argamani tra i quattro ostaggi liberati dall’esercito israeliano oggi 8 giugno nel centro della Striscia di Gaza. La ragazza era diventata uno dei volti simbolo tra gli ostaggi rapiti da Hamas lo scorso 7 ottobre. Argamani era apparsa in un drammatico video in cui si vedeva trascinata in moto dai terroristi di Hamas mentre urlava: «Non uccidetemi». La 25enne era andata a una festa nel Sud di Israele con il suo fidanzato. Con lui stava partecipando al Natura party in occasione della festa ebraica del Sukkot. Quel raduno però si era presto trasformato in un inferno, dopo l’attacco di Hamas che ha ucciso diversi partecipanti e rapito decine di ragazzi.


La telefonata con Netanyahu

«Sono molto emozionata, non parlo ebraico da così tanto tempo», ha detto la ragazza nelle sue prime parole durante la conversazione avuta al telefono con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, dopo la sua liberazione da Gaza. «Neppure per un minuto – ha risposto Netanyahu – abbiamo smesso di pensare a te e non ci siamo arresi. Non so se ci hai creduto ma noi non ci siamo arresi».


Chi è Noa Argamani

Noa Argamani è una studentessa di ingegneria di software e sistemi informativi all’università Ben Gurion del Negev, località poco distante dal luogo in cui era stata rapita. Sul suo profilo LinkedIn si definiva una «sviluppatrice di software altamente motivata e dedicata alla passione per il deep Learning, con alta capacità di decifrare gli algoritmi. Ama il gioco di squadra».

Il rapimento al rave

Le immagini del suo rapimento erano diventate virale, dopo che le aveva trasmesse per prima la Cnn. Nel video si vede la ragazza dietro una motocicletta che urla mentre viene portata via. Il suo fidanzato, Avinatan Or, era stato rapito da diversi uomini che lo avevano costretto a camminare con le mani dietro la schiena. Famigliari e amici dei due ragazzi avevano espresso il desiderio che quel video venisse diffuso, nella speranza che venissero ritrovati al più presto.

L’appello del padre

Ai media israeliani, il padre di Noa Argamani aveva detto. «Per tutta la vita, da quanto è nata, ho cercato di proteggerla e abbracciarla, sostenerla e amarla. Vorrei poter almeno incoraggiarla in questo momento difficile o dirle qualcosa». L’uomo aveva raccontato di aver cercato disperatamente di mettersi in contatto con sua figlia. Ma non avendo più avuto risposte, ha cominciato a cercarla negli ospedali del Sud di Israele. «Quando sono arrivato lì – ha raccontato – qualcuno mi ha parlato del video di lei sulla moto, ma speravo non fosse vero. Poi qualcuno mi ha mostrato il video ho visto Noa».

Il crollo della madre

La madre di Noa Argamani aveva lanciato un appello ai rapitori di Hamas, perché la liberassero al più presto. La donna aveva un cancro al cervello al quarto stadio: «Il mio solo desiderio è abbracciare Noa prima che non mi sia più possibile». La donna però non ce l’ha fatta: lo scorso maggio è morta senza poter rivedere un’ultima volta sua figlia.

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