Dopo i palloncini con la spazzatura, Seul piazza i megafoni al confine. Raffica di messaggi anti Kim Jong-Un: «Se la crisi peggiora, è colpa sua»

I vertici militari della Corea del Sud non escludono che Pyongyang possa rispondere anche con azioni militari, dopo l’ultimo scambio di provocazioni lungo il 38mo parallelo

Ai palloncini carichi di immondizia ed escrementi dalla Corea del Nord, Seul ha deciso di rispondere con gli altoparlanti al confine. Riparte dalla Corea del Sud la trasmissione di propaganda anti-nordcoreana, con una serie di altoparlanti piazzati vicino alla frontiera che diffondono messaggi contro il regime di Kim Jong-Un. Da giorni tra i due Paesi è risalita la tensione e da Seul ora si aspettano una risposta che rischia di aggravare ulteriormente la crisi. Di certo ci sarà una risposta da parte della Corea del Nord. E non sono escluse neanche ritorsioni militari.


I palloncini con l’immondizia dalla Corea del Nord

Solo ieri 8 giugno, Seul ha denunciato l’invio di altri 330 palloni pieni di spazzatura dalla Corea del Nord. Il capo di Stato maggiore di Seul ha spiegato che finora sono circa 80 i palloncini caduti nella loro zona. Sui carichi portati dai palloni sono state anche fatte delle analisi, che hanno escluso la presenza di «sostanze pericolose». Quel che è certo per i sudcoreani, a cominciare dal sindaco di Seul Oh Se-Hoon, è che Pyongyang «si sta impegnando in un’altra provocazione di basso livello, lanciando palloncini di spazzature contro le nostre aree civili».


Lo scambio di accuse

L’ultima mossa della Corea del Nord è stata a sua volta una risposta al lancio di volantini di propaganda da parte della Corea del Sud. Contro il leader Kim Jong-Un erano stati diffusi oltre 220mila volantini e altro materiale, come cd con musica di gruppi K-pop, vietatissimi in Corea del Nord. Un gesto messo in campo da alcuni attivisti gruppi civici sudcoreani. Certamente non ostacolati dai vertici militari di Seul, che ora hanno deciso di bombardare di messaggi contro Kim Jong-Un i nordcoreani. «Anche se le misure che stiamo adottando potrebbero essere difficili da sopportare per il regime nordcoreano, esse forniranno messaggi di luce e speranza ai militari e ai cittadini nordcoreani – ha affermato l’Ufficio presidenziale di Seul nella sua nota -. Chiariamo da subito che la responsabilità di qualsiasi escalation di tensione tra le due Coree ricadrà interamente sul Nord».

Il rischio escalation

La riunione di emergenza, presieduta dal direttore per la sicurezza nazionale Chang Ho-jin, è avvenuta una settimana dopo che lo stesso Consiglio aveva discusso le risposte contro le campagne dei palloncini di Pyongyang e gli attacchi di disturbo del Gps nelle acque del mar Giallo. Dopo la riunione, Chang aveva detto che il governo avrebbe intrapreso «azioni insopportabili» contro le provocazioni del Nord. Martedì il presidente Yoon Suk-yeol ha approvato la mozione per sospendere del tutto il patto militare globale di riduzione della tensione intercoreana del 2018, alla base della ripresa delle trasmissioni di propaganda vicino al confine. Dopo lo stop dell’accordo, l’esercito sudcoreano ha promesso di riprendere tutte le attività militari vicino alla linea di demarcazione militare e alle isole di confine di nordovest per la prima volta in oltre cinque anni.

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